Uno “sfratto” in piena regola, notificato per il tramite di una delle prime deliberazioni di giunta adottate dalla neo amministrazione comunale di Sant'Onofrio guidata dal sindaco Antonino Pezzo. Così di fatto viene interpretata dal direttivo della locale associazione di protezione civile “Augustus Sakura” la delibera di giunta dello scorso 22 novembre avente ad oggetto “Atto di indirizzo per la revoca della concessione dei locali adibiti a Centro operativo comunale siti in via Del Signore n. 37”. Una decisione che dal punto di vista dell’esecutivo Pezzo, per come esplicitato nella premessa della stessa delibera, poggia sul presupposto normativo dei “sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero nel caso di mutamento della situazione di fatto o di nuova valutazione dell’interesse pubblico originario”. Di sicuro un epilogo inaspettato per il direttivo dell’“Augustus Sakura” che, nell’esprimere il proprio disappunto, ricorda come i locali in questione sono destinati a “sede di coordinamento di Protezione Civile attualmente attiva, ma forse il sindaco non lo sa, per l’emergenza Covid 19 con regolare autorizzazione della Regione Calabria”.
Dopo aver ricordato che la concessione dei locali è avvenuta “con regolare avviso pubblico che nessuno ha impugnato”, il direttivo non nasconde il proprio sconcerto per la decisione di “sfrattare l’associazione di protezione civile presente sul territorio in questo periodo di pandemia, con un pretesto soggettivo che non trova riscontro nella convenzione sottoscritta”. A tal proposito viene citato il passaggio della delibera di giunta nel quale il sindaco avrebbe adottato il per “dare ampia possibilità ad una platea di associazioni presenti sul territorio, al fine di poter offrire un servizio migliore”. Una motivazione che non convince i rappresentanti dell’associazione che proprio nell’ottica di “offrire alla comunità un servizio migliore” ricordano al primo cittadino che l’“Augustus Sakura seppur giovane fa parte di organismi che operano a livello comunale, provinciale e nazionale”.
Da qui il dubbio che i “motivi alla base della decisione del sindaco siano altri” e quindi la richiesta ai cittadini di “verificare l’attività svolta dai volontari e di far sentire la propria voce in quanto la Protezione Civile è aperta a tutti, a servizio della comunità e non del sindaco di turno”.
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