Il giudice del Tribunale di Reggio Emilia, Giovanni Ghini, non è più il presidente del collegio del processo “Grimilde”. Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Bologna che, nell’accogliere l’istanza di ricusazione avanzata dalla Procura antimafia felsinea, ha estromesso il magistrato (che ora dovrà essere sostituito) dal dibattimento di primo grado a carico dei vertici e fiancheggiatori della cosca Grande Aracri trapiantata in Emilia, ma pur sempre legata alla casa madre di Cutro. Alla base della decisione, ci sono le posizioni manifestate dal togato nel procedimento “Edilpiovra”, che nel 2002 disarticolò i tentacoli del clan cutrese nel Reggiano, antecedente all’operazione “Grimilde” scattata invece il 25 giugno 2019. Nel 2005, come si ricorderà, il collegio giudicante di “Edilpiovra” presieduto da Ghini assolse gli imputati dall’accusa di mafia. Con quella pronuncia, osserva l’Appello, il magistrato ricusato affermò che «il fenomeno della ‘ndrangheta riguarda esclusivamente i territori calabresi», negando quindi «il fatto storico dell’esistenza di quella ’ndrangheta poiché strutturalmente non radicabile in autonomia sul territorio di Reggio Emilia». L'articolo completo potete leggerlo nell'edizione cartacea