A distanza di quattro anni arriva il responso: l’assessore Astorino non andava rimossa dal sindaco Mascaro. Di questo ne sono convinti i giudici del Tar Calabria che hanno accolto il ricorso di Graziella Astorino (assistita dall’avvocato Caterina Berlingieri), che aveva chiesto l’annullamento del decreto di revoca, da parte dell’allora sindaco Paolo Mascaro, della carica che aveva di assessore alla Cultura e pari opportunità, pubblica istruzione, sport, cultura, spettacolo e politiche giovanili. Una decisione, quella di revocare l’assessore Astorino, che all’epoca il sindaco motivò ufficialmente con il fatto che «sarebbe venuto meno il rapporto fiduciario tra sindaco ed assessore poiché sotto il profilo programmatico non sono stati raggiunti gli obiettivi inerenti le materie oggetto delle specifiche deleghe assegnate con il citato decreto di nomina». Di fatto, di lì a poco sarebbe intervenuto lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazione mafiosa. Una decisione, quella della revoca, contestata dalle avvocate Berlingieri e Astorino, sia sotto il profilo giuridico che fattuale, anche a riprova «dell’intensa attività» portata avanti dall’assessore Astorino, così come dimostra la «copiosa documentazione attestante i tantissimi eventi e manifestazioni organizzati durante le delega conferitale», che Astorino ha portato all’attenzione dei giudici amministrativi. Una vittoria “morale” per l’ex assessore, rimasta in carica dall’agosto 2016 al settembre 2017, che ha chiarito la sua posizione.
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