Dalla provincia di Salerno al policlinico universitario di Catanzaro per evitare il rischio di amputazione di un arto e riconquistare una vita normale. Il viaggio della speranza intrapreso verso un capoluogo di regione troppo spesso imbrigliato nella mobilità passiva è andato a segno per un uomo, investito da un’auto a Palinuro, che da settembre ha vissuto praticamente allettato. Da solo non riusciva a fare più nulla, ma l’intervento di cui aveva bisogno non poteva essere eseguito nel nosocomio di Vallo della Lucania, l’ospedale dove fu trasferito subito dopo l’incidente per essere sottoposto a un’operazione di riduzione delle fratture esposte. L’assenza del reparto di Chirurgia plastica ha nei fatti impedito ai sanitari di Vallo della Lucania di andare oltre e provvedere alla necessaria ricostruzione dei tessuti molli che portano il sangue e danno la vitalità. Da qui il rischio necrosi e l’immediata ricerca di un’alternativa tra gli ospedali napoletani e salernitani, ma la disponibilità non è arrivata. Inevitabile, dunque, un calvario che anziché chiudersi in Campania ha trovato la luce in fondo al tunnel a Catanzaro. Nessun trasferimento al Nord, bensì uno ancora più a Sud scattato per via di un passaparola provvidenziale che, in pratica, ha agito da gancio tra il paziente e l’Unità operativa di Chirurgia plastica dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini”, diretta dal professor Manfredi Greco.
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