Catanzaro, Crotone, Vibo

Venerdì 22 Novembre 2024

Non vuole rientrare in cella: detenuto aggredisce due agenti nel carcere di Vibo

Il carcere di Vibo

Un detenuto extracomunitario di origini somale, presumibilmente con problemi psichiatrici, ha aggredito, nel reparto protetti del carcere di Vibo Valentia, un sovrintendente e un assistente di polizia penitenziaria con calci e pugni. Lo rende noto il segretario generale aggiunto del sindacato Osapp, Pasquale Montesano secondo cui «alla base del violento gesto il fatto di non voler rientrare nella propria stanza di pernottamento in netta violazione allo status del regime penitenziario». «L'episodio ha creato non poche difficoltà - prosegue Montesano - al personale di Polizia Penitenziaria del reparto il quale con alto senso di responsabilità e doti professionali non comuni hanno gestito egregiamente l’evento. I due colleghi attinti dalla violenza del detenuto sono stati accompagnati al nosocomio cittadino per le cure di pertinenza. Certamente pesa anche - sostiene ancora il segretario generale aggiunto dell’Osapp - la gravissima carenza di personale di Polizia penitenziaria per un organico da tempo sottovalutato e sottostimato per una regione, quale la Calabria e a Vibo Valentia che presenta il duplice handicap dell’esponenziale sovraffollamento detentivo e della diffusa presenza sul territorio delle fazioni a maggiore rischio criminale, raggiunge, per gli istituti della Calabria e a Vibo Valentia punte di estrema criticità. Per l’ennesima volta vogliamo far arrivare agli organi di governo e dell’Amministrazione Penitenziaria il nostro motivato dissenso per l’assenza di iniziative necessarie in Calabria che da anni sottace sulle disastrose condizioni lavorative, tuttora fonti di preoccupazione e di disagi per gli addetti del Corpo non solo locale. Il nostro plauso continua ad andare alla Polizia Penitenziaria in servizio nelle strutture territoriali, in particolar modo nella circostanza a Vibo Valentia, la quale con dedizione professionalità e accortezza evitano, nonostante il gravissimo stato, maggiori e più gravi conseguenze non senza difficoltà, continuando - conclude Montesano - a garantire uno standard di ordine di sicurezza che costituiscono condizione imprescindibile per il proficuo lavoro di tutti gli operatori penitenziari».

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