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Bocciatura del Piano di riequilibrio a Vibo, in Consiglio la resa dei conti

Nel mirino la burocrazia «incompetente in materia di contabilità armonizzata». Luciano (Pd) non salva niente ma la maggioranza non ci sta: «Errori del passato»

La bocciatura del Piano di riequilibrio da parte della Corte dei conti per iniziare e per finire. Ma nel “pacco” regalo pre-natalizio confezionato per la maggioranza di palazzo “Luigi Razza” ieri c’era molto di più. È apparso, infatti, più come un bilancio di fine anno – o meglio degli ultimi due anni – quello che l’opposizione ha portato in Aula.

Un’occasione per elencare «i fallimenti» come ha fatto il capogruppo dem Stefano Luciano e per illustrare, attraverso le pagine delle motivazioni vergate dalla magistratura contabile, «tutti gli errori, ovvero gli orrori contabili su cui si continua a perseverare» per come spiegato dal consigliere Laura Pugliese.

Tante domande, tante accuse davanti alle quali non sono mancati i contrattacchi della maggioranza che, dal canto suo, non ha accettato di buon grado le critiche. Una lunga giornata di ordinario caos, insomma, quella che è stata vissuta ieri nella sala consiliare dove dopo tante polemiche si è tenuto il Consiglio straordinario per come richiesto dagli undici componenti della minoranza che, innanzitutto, hanno contestato all’esecutivo di avere escluso l’opposizione da tutte le scelte.

Proprio alla Pugliese il compito di “aprire” i lavori e la stessa ha precisato come «contrariamente ai sentimenti di accanimento che il sindaco vorrebbe attribuire ai consiglieri di maggioranza allorquando esercitano loro ruolo» l’unico intento è «fare chiarezza alla città». Pesanti le accuse rivolte alla burocrazia, a quegli uffici «che ignorano le norme relative alla contabilità armonizzata».

Quanto al passato ha ricordato le sue dimissioni «e la pubblica denuncia di tutto ciò che non andava e che oggi trova conferma». In rassegna, quindi, le tante delibere ritenute “irregolari” e in riferimento alle responsabilità dell’attuale amministrazione, oltre all’aver mantenuto quella burocrazia, «la decisione di assumere personale esterno per le controdeduzioni alla Corte dei conti» con i risultati «che oggi si vedono».

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