Catanzaro, Crotone, Vibo

Lunedì 29 Aprile 2024

L'anziano boss di Limbadi Antonio Mancuso lascia il carcere: concessi i domiciliari

L'arresto del boss Antonio Mancuso di Limbadi

Stato di salute incompatibile con il regime carcerario.  A queste determinazioni giunge la Corte d'Appello di Catanzaro che ha concesso all'anziano boss di Limbadi, Antonio Mancuso, di 83 anni, gli arresti domiciliari.  la Corte (presidente Anna Maria Saullo, consigliere estensore Assunta Maiore) ha, infatti, accolto l’istanza della difesa - rappresentata dall'avv. Giuseppe Di Renzo - a causa del peggioramento delle condizioni di salute di Antonio Mancuso, attualmente ricoverato  in prognosi riservata al Cardarelli di Napoli, ospedale dal quale – almeno momentaneamente - non può essere dimesso.

Alla base della decisione della Corte d’Appello le risultanze di un’ultima perizia (in una precedente richiesta di degradazione della misura cautelare presentata al Tribunale di Vibo il perito aveva ritenuto compatibili le condizioni di salute dell’anziano boss con la carcerazione) da cui si evince il peggioramento del quadro clinico a causa anche di una caduta del paziente (con cardiopatia ipertensiva, diabete mellito in trattamento insulinico e insufficienza renale), dovuta presumibilmente alle «eccessive terapie a tendenza marcatamente ed esageratamente ipotensivanti» che ha determinato la forzata immobilizzazione di Mancuso nella cui anamnesi  vengono portati anche interventi di stabilizzazione vertebrale.
Forzata immobilizzazione, che unita allo stato detentivo e all’età avanzata, potrebbe innescare «la strutturazione di uno stato depressivo, già larvatamente presente, i cui rapporti con l’instaurazione di una demenza sono ampiamente documentati in letteratura medica». Per i giudici d’Appello, quindi, il «rischio per la salute del detenuto, segnalato dal perito, è serio e concreto e non è collegato strettamente alle sue patologie croniche, trattabili nell’ambito del circuito penitenziario, ma l’allettamento subito dopo la caduta accidentale e allo stato di detenzione». Da qui la decisione di concedere i domiciliari (al momento nella struttura sanitaria e poi dove indicherà) all’anziano boss appartenente alla cosiddetta "Generazione degli 11".
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