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Tamponi e vaccini ai “fragili”: a Vibo regna il caos

C'è chi la chiama corsa sfrenata, chi ne farebbe volentieri a meno e chi, invece, chiede alternative per mettersi in salvo dai contagi da Covid-19, ma il dato di fatto è uno soltanto: le file interminabili per farsi un tampone occupano persino la Provinciale per Sant'Onofrio. Sono giornate di fibrillazione per il personale dell'Asp, che intensifica la corsa a vaccini e tracciamenti.

In centinaia le persone che ogni giorno aspettano nella propria auto con il motore acceso e i finestrini appannati, prima di riuscire a fare un tampone. Si va avanti a piccoli passi e se ne va un'intera mattinata prima di riuscire a raggiungere il drive-in sanitario, che adesso è ubicato all'interno del Palazzetto dello sport, di viale della Pace, dove fino a qualche settimana fa operava il centro vaccinale. Qui arrivano quanti sono stati contattati dall'Asp per consentire di alleggerire il carico dei tamponi da effettuare a domicilio. Sembra un fiume umano che dalla strada principale scivola lentamente verso il punto tamponi. È l'effetto festività, tra cene e incontri o contatti avvenuti con soggetti già risultati positivi. «Difficile in questo periodo mettere un argine al fenomeno - commentano alcune persone in fila - ci si sposta da Nord a Sud e da Sud a Nord per le festività e purtroppo, pur stando in famiglia, si rischia di imbattere nel virus e di contrarlo». Il piazzale è letteralmente congestionato, non c'è spazio neppure per piantare un chiodo. Tra auto in coda, autobus in arrivo e in partenza la situazione è insostenibile. Sul viale della Pace per fare defluire il traffico devono intervenire gli agenti della Municipale e pattuglie della Guardia di finanza. Impossibile qualsiasi margine di manovra. A complicare le cose l'afflusso dei soggetti fragili in coda per il vaccino nella parte posteriore del Palazzetto. «Mia moglie è molto debole - esordisce un uomo -, è un controsenso ammucchiare gli immunodepressi con i pazienti covid». La gente non fa altro che criticare il nuovo assetto organizzativo dell'Azienda sanitaria. «Questa commistione - rileva un anziano - sembra fatta apposta per aumentare i contagi. Non è questo il modo di organizzare». E così la città si blocca nei giorni che seguono il Natale. La lunga colonna di auto diventa una barriera insormontabile per quanti devono entrare o uscire dal centro urbano. A guardarla si ha la contezza di quanto il fenomeno Covid incomba sul territorio. Da una parte la corsa ai vaccini e dall'altra il rilevamento dei contagi. «Siamo stretti in una morsa - denunciano alcuni pazienti allergici - se non ci diamo una regolata a crollare sarà il già fragile sistema sanitario locale». La gente ha paura. Teme per la propria vita e per quella dei propri familiari. Teme per un territorio in cui il numero dei posti in terapia intensiva è ridotto. Ha paura di restare stritolata nella morsa di un sistema carente sia dal punto di vista delle strutture che delle risorse umane.

Ma l'Azienda sanitaria ce la sta mettendo tutta, la spinta verso i vaccini in queste ultime ore è cresciuta in modo esponenziale. Gli hub vaccinali in questi ultimi giorni sono presi d'assalto da persone di tutte le età. «È il vaccino, al di là di quello che pensano gli scettici - osservano alcuni pazienti - è l'unica arma per contenere e sconfiggere il virus».

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