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Vibo, l’emergenza idrica diventa un business

Saliti alle stelle i prezzi dei contenitori in plastica e quelli degli approvvigionamenti dai privati: s’invoca l’intervento della Procura

La grave crisi idrica ha fatto lievitare i costi di contenitori, bidoni e taniche, ma ha fatto salire alle stelle anche i rifornimenti tramite autobotti private. I filoni di soccorso messi in moto dalla Protezione civile e dall’amministrazione comunale a mala pena sono stati sufficienti ad alleggerire il disagio. L’utilizzo è stato prevalentemente orientato verso i servizi igienici, considerato che l’acqua non è potabile. Le famiglie hanno dovuto ricorrere alle cassette di minerale, ma i grossi condomini si sono rivolti alle aziende private.

Si sta rivelando un vero e proprio business per chi dispone di autocisterne e per tutte quelle attività commerciali che vendono bacinelle e quant’altro. «Per mille litri d’acqua – spiega l’amministratore di un piccolo condominio – abbiamo dovuto pagare 150 euro. Purtroppo il carico è bastato per una sola giornata». Con il protrarsi dell’emergenza i prezzi sono aumentati in maniera esponenziale. «Per 5mila litri – racconta un condòmino – abbiamo speso circa 500 euro. I costi maggiorati sono dovuti anche alla priorità in lista, per evitare di rimanere senz’acqua per intere giornate». Altro grosso problema «in un momento economicamente difficile – rileva Maria Grazia – è trovarci costretti a comprare taniche e bidoni a prezzi assurdi. Per un 10 litri si arrivano a spendere anche 10 euro. Per non parlare delle tinozze con coperchio, ormai introvabili in città». C’è chi spera che l’incresciosa vicenda finisca all’attenzione della Procura.

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