Era solo questione di tempo, ma che il considerevole incremento dei costi per energia elettrica e gas naturale potesse ripercuotersi significativamente sulla vita dei cittadini e delle imprese era scontato. Due saranno gli effetti degli aumenti registrati: l’incremento dei prezzi per servizi e prodotti, quindi una crescita ancor più marcata della già alta inflazione, con una ricaduta diretta sui consumatori e il rischio di chiusura per le imprese più fragili.
A far da megafono alle istanze dei singoli, Confesercenti Catanzaro che tramite il presidente Vitaliano Mongiardo ha sottolineato: «Siamo tornati indietro di mesi: quel poco di ripresa che s’intravedeva, è già perso. I rincari avranno effetto su tutta la filiera, questo significa che a pagarne le conseguenze sarà la qualità dei prodotti perché si ridurrà il potere di spesa di molti consumatori che quindi sceglieranno prodotti meno costosi ma anche di minor qualità».
Posizione analoga quella di Confcommercio Calabria centrale: «Vi è la seria possibilità che migliaia di aziende, non potendo trasmettere per evidenti motivi di mercato, l'aumento dei costi su beni e servizi, decidano di chiudere con evidente esplosione della disoccupazione. Si tratta di aumenti insostenibili destinati ad incidere sull’inflazione e ad indebolire la dinamica dei consumi. - ha detto il presidente Pietro Falbo –. Per contrastare il “caro bollette”, servono misure strutturali, va avviata la riforma della struttura della bolletta elettrica, anche affrontando il nodo degli oneri generali di sistema ed è necessario un percorso di transizione energetica». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, che due settimane fa, proprio da queste colonne, aveva puntato il dito contro gli errori del sistema italiano nella definizione di una strategia energetica.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro
Caricamento commenti
Commenta la notizia