Passata la paura, è tempo di riflessioni. Perché c’è il prima e c’è il dopo. E se anche il terremoto fa sempre paura, coglie impreparati, c’è la gestione dell’emergenza che chiama. Quella per cui si deve essere preparati. E non basta avere nei cassetti un Piano di Protezione civile, non se non è aggiornato, non se è solo su carta e nessuno lo conosce.
Così, è su quanto accaduto in piazza Martiri d’Ungheria giovedì mattina dopo la scossa di terremoto, che ci si interroga. Uffici e scuole in tilt, tutti fuori dagli edifici diretti in centro ma ecco che lì più che l’area di attesa – per come prevista nel Piano – ci si è ritrovati dentro un grande parcheggio senza regole né sicurezza.
Un problema sollevato, in primis, dalla dirigente scolastica della Don Bosco, Mimma Cacciatore, che si è ritrovata a dover gestire i piccoli alunni tra vetture in sosta e in transito, ma anche dai cittadini e dai commercianti così come dalle altre scuole che in quella piazza non hanno trovato spazio.
In tal senso, tornano d’attualità le polemiche dello scorso anno. Quelle all’indomani dell’ultimo terremoto. Ogni volta, come se fosse la prima. Una querelle politica ancora tutta aperta sul Piano di Protezione civile, per cui il 23 febbraio 2021 la Giunta aveva deliberato «di dare indirizzo al dirigente di predisporre quanto necessario all’aggiornamento del Piano». Un’attività di «prevenzione» necessaria, per come sottolineato nello stesso atto, nel quale si faceva il punto sullo stato dell’arte. Dal Piano del novembre 2017 che – sottolineavano – «non è aggiornato alle importanti normative medio tempore intervenute» per cui già allora la Regione sollecitava l’adeguamento oltre che rispetto alle nuove norme anche in conseguenza dell’emergenza Covid per cui si doveva tenere conto del rischio di contagio. Ergo, la necessità di evitare assembramenti. Ossia, tutto quello che è accaduto giovedì mattina in piazza.
In questa direzione, la riflessione del consigliere di Vibo democratica Giuseppe Policaro che sulla questione più volte negli anni ha chiesto risposte. In ultimo, proprio un’interrogazione presentata per chiedere l’adeguamento del Piano all’emergenza epidemiologica, alla quale aveva risposto l'assessore Giovanni Russo, che aveva detto di avere proposto l'atto di indirizzo «e in quella sede – spiega Policaro – la dirigente dal canto suo aveva detto che avrebbe potuto fare l'impegno spesa non appena fosse stato approvato il bilancio».
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