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Caminia di Stalettì, piccoli passi avanti: altre due richieste di autodemolizioni

Le case abusive nella baia e la resa degli occupanti

L’area sgomberata nella baia di Caminia, a Stalettì

Arriva una nuova resa da parte di due occupanti delle case di Caminia, una minima percentuale rispetto alle oltre 60 persone che attendono le prossime mosse di Comune e Procura della Repubblica, che anticipa però le intenzioni che altri manifesteranno a breve. La vicenda è legata alla demolizione di quello che era stato definito dai magistrati come un “ecomostro diffuso”, che aveva fatto scattare la denuncia per abusi edilizi per oltre 71 manufatti costruiti nella frazione marina del Comune di Stalettì. Meno di dieci sono stati rasi al suolo nella prima operazione avviata a luglio, per gli altri era necessario attendere la fine dell’iter giudiziario legato ai ricorsi presentati.

A scaglioni però, i proprietari sembrano prendere coscienza della situazione che si è delineata dopo le determinazioni dei giudici che hanno riposto picche al tentativo degli occupanti di provare la natura demaniale del terreno su cui sorgevano le case. Un elemento che avrebbe potuto sostenere la tesi da sempre da loro avanzata, quella di aver agito su invito del Comune di Stalettì che, ritenendosi proprietario dell’area fronte mare, aveva incentivato quelle edificazioni che nel tempo non sono mai state, però, regolarizzate. A smorzare le speranze era stato il responso del Tribunale di Catanzaro che ha dichiarato inammissibile il ricorso, allontanando ogni speranza di salvare le case non ancora abbattute.

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