Quelle operazioni di swap (i cosiddetti “derivati”) del 2007 rischiavano di costare caro alla Provincia che da dicembre 2021 al 2035 avrebbe dovuto sostenere une sborso di circa 50 milioni di euro. Un’uscita insostenibile per un ente sull’orlo del dissesto finanziario, alle prese con l’elaborazione di un piano di riequilibrio finanziario e, soprattutto, con la carenza di risorse che ormai caratterizza gli enti intermedi. Ecco perché il Consiglio provinciale ha appena approvato all’unanimità un atto di indirizzo vincolante al dirigente del settore Ragioneria per l’annullamento in autotutela della determinazione n° 36 del 2007, adottata dall’allora dirigente del settore Programmazione e bilancio. Si tratta di un atto che all’epoca era stato adottato nell’ambito del tentativo di portare avanti una gestione manageriale delle passività finanziarie legate ai mutui esistenti (l’ente ne aveva 541 con Cassa depositi e prestiti con scadenza il 31 dicembre 2035), per un capitale a tasso fisso cristallizzato al 2 maggio 2007 pari a 195 milioni e una parte residua di 21 milioni a tasso condizionato. Le operazioni di swap miravano dunque a variare il portafoglio d’indebitamento per ridurre i costi di quei mutui. E il Consiglio dell’epoca autorizzò il dirigente a perfezionare queste operazioni volte “a ridurre l’indebitamento” e per dare all’ente la possibilità di “beneficiare dell’eventuale riduzione dei tassi d’interesse”. Le operazioni derivate hanno coinvolto alcuni istituti finanziari, con un contratto dal 2006 al 2035. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro