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“Bolla” dei derivati a Catanzaro: tutti i dubbi sull’operazione, dal Mef alla Procura

In questi anni più volte si sono accesi i riflettori sul contratto sottoscritto nel 2007 dall’ente. L’inchiesta della Finanza e la delibera della Corte dei conti

Gerardo Dominijanni

«Il problema che ha coinvolto diversi enti non tocca la Provincia di Catanzaro i cui tassi di interesse possono oscillare, per inequivocabile disposizione negoziale, dal 3.28% al 5.90%». Così l’allora presidente dell’ente intermedio Michele Traversa rassicurava l’opposizione durante la riunione del Consiglio provinciale il 7 ottobre 2007. A distanza di quasi 15 anni la “bolla” dei derivati è esplosa in tutta la sua gravità. E dire che in questi anni più volte erano stati accesi i riflettori sui contratti sottoscritti da Palazzo di Vetro. Nel 2012 una relazione del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato presso il Ministro delle Finanze, confluita successivamente in una delibera della sezione controllo della Corte dei Conti sollevava più di una perplessità sull’operazione fatta dalla Provincia. Nel merito del contratto siglato dalla Provincia, gli ispettori del Mef rilevarono che «l’ente ha ritenuto di dovere far luogo a tale attività in relazione a una serie di mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti con capitale residuo da rimborsare pari a 216 milioni 202mila 561,59 euro».
A nutrire dubbi sull’operazione era stata poi anche la Procura. I pm Gerardo Dominijanni (ora procuratore generale a Reggio Calabria) e Domenico Guarascio decisero di effettuare una ricognizione generale di tutti i derivati sottoscritti dagli Enti locali catanzaresi.

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