Fu Marco Gallo a sparare e uccidere Gregorio Mezzatesta, il dipendente 53enne delle Ferrovie della Calabria ammazzato a colpi di pistola in via Milano il 24 giugno del 2017. La Corte, presieduta da Alessandro Bravin, non ha alcun dubbio. Nelle motivazioni della sentenza che lo ha condannato all’ergastolo si dà atto che tutti gli elementi portati dall’accusa hanno retto al vaglio del dibattimento. Resta «invece indimostrato l'aspetto della contestata aggravante della finalità mafiosa».
Gli elementi
I giudici partono proprio dal cosiddetto pedinamento elettronico che ha consentito agli inquirenti di ricostruire il percorso seguito dal killer. «Non v'è dubbio - si legge nella sentenza - che la costante coincidenza ed identità, in tutte le esaminate registrazioni acquisite in atti, delle caratteristiche strutturali del mezzo ripreso e del tipo di abbigliamento del motociclista che lo conduceva, in uno con la piena compatibilità dei tempi di percorrenza del tracciato stradale, avuto riguardo alle segnalate distanze; consentano di giungere ad un giudizio di assoluta certezza in ordine all'identità tra il killer». Anche gli accertamenti sulla moto hanno confermato la coincidenza tra il veicolo di Gallo e quello ripreso dopo l’omicidio.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia