Quattro agenti feriti, questo il bilancio della rivolta scoppiata nel carcere di Catanzaro domenica pomeriggio. E poteva essere ben peggiore non solo per il numero dei detenuti coinvolti nelle violenze ma anche perché sono arrivati a un passo dalle chiavi dei cancelli. Il giorno dopo si prova a ricostruire la dinamica di quanto accaduto. La scintilla dei disordini sarebbe scattata dal reparto del carcere in cui sono rinchiusi i detenuti con problemi psichiatrici. Ce ne sono circa ottanta e, stando ai numeri forniti nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, sono seguiti da un solo specialista psichiatra. A dare il via all’esplosione di violenza sarebbe stato un cittadino straniero recluso nel reparto per malati psichici. L’uomo, che già in passato era stato protagonista di episodi di violenza, era stato trasferito da Catanzaro in altre carceri italiane e solo poche settimane fa aveva fatto rientro a Siano. Offese e insulti razzisti avrebbero fatto da sfondo all’aggressione scattata con un gruppo di detenuti di un’altra sezione. Un’esplosione di violenza che avrebbe coinvolto almeno cinquanta detenuti. Ne è nata una situazione di grave rischio. I rivoltosi avrebbero cercato anche di impossessarsi delle chiavi delle cancellate. Se avessero raggiunto l’obiettivo la situazione sarebbe divenuta ingovernabile. Invece la professionalità degli agenti della penitenziaria presenti sul posto ha arginato la rivolta. Fondamentale l’arrivo dei rinforzi giunti dall’esterno della struttura inviati dall’amministrazione penitenziaria e di unità della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di finanza, come previsto dai protocolli. In serata la situazione è tornata alla normalità. Quattro gli agenti che hanno dovuto fare ricorso alle cure dei medici in ospedale per le contusioni riportate negli scontri, ma non si tratta di ferite gravi. I detenuti feriti sono invece stati medicati nella struttura. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro