Da un lato c’è il «no» dei sindacati alla nuova ipotesi formulata a Crotone dai vertici Akrea di prevedere per tutto il personale i contratti di solidarietà e di ridurre, seppur di poco, le retribuzioni ai suoi 103 dipendenti. Dall’altro, la cauta apertura dell’amministrazione comunale di Crotone che potrebbe riconoscere una parte del credito che l’azienda vanta nei confronti dell’ente.
Prosegue ad oltranza la trattativa tra i sindacati e i vertici della società pubblica impegnata nella raccolta dei rifiuti urbani, per superare lo stato di agitazione del personale indetto lo scorso 27 dicembre in seguito ad una serie di incertezze sul futuro della partecipata che fa capo al Comune capoluogo. Nell’incontro di ieri, in modalità online, presieduto dal prefetto Maria Carolina Ippolito, c’è stata l’ennesima fumata nera con un’intesa che tarda ad arrivare. Ancora una volta, la distanza tra le parti ha riguardato la strategia aziendale di ridurre le spese per gli stipendi dei lavoratori. L’ultima proposta messa sul tavolo dal presidente di Akrea, Gianluca Giglio, verte sulla possibilità di applicare i contratti di solidarietà all’intera pianta organica e non solo ai 25 addetti del comparto spazzamento, come era stato prospettato a fine gennaio dalla stessa società. In pratica, l’ipotesi contemplerebbe la decurtazione, per ciascun dipendente, di una delle 25 giornate lavorative mensili, al fine da estendere a tutti i lavoratori i “sacrifici” legati allo stato di difficoltà finanziaria che sta affrontando la controllata. Ma di fronte a questa idea, i sindacati si sono opposti.
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