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Vibo, cause infinite per difendere la casa: famiglia vittima dei «poteri forti»

Il contenzioso con alcuni vicini ha portato la coppia ad indebitarsi fino al collo. «Per colpe non nostre siamo stati condannati a risarcire i danni»

«La legge è uguale per tutti, è una bella frase che rincuora il povero, quando la vede scritta sopra le teste dei giudici, sulla parete di fondo delle aule giudiziarie; ma quando si accorge che, per invocar la uguaglianza della legge a sua difesa, è indispensabile l’aiuto di quella ricchezza che egli non ha, allora quella frase gli sembra una beffa alla sua miseria». A scriverlo nel 1954 era il giurista Piero Calamandrei. Eppure Maria Francesca Di Renzo e il marito Nicola Iannello nella giustizia hanno sempre voluto credere.
La loro battaglia a tutela di un bene primario, la loro casa, va avanti ormai da 27 anni. Una storia contorta, la loro, legata ad un contenzioso con i vicini. Prima i problemi di infiltrazioni dal terreno adiacente, poi le vicissitudini legate ad un pezzo di suolo demaniale… Sono circa dodici, tra esposti e denunce, i procedimenti avviati dalla coppia per chiedere giustizia. Una vita segnata da continue vessazioni e condanne «per colpe mai commesse». Una vita fatta di malattie e malanni, sia per il costante stress a cui i coniugi sono sottoposti, che per lo stato malsano della loro abitazione ubicata in via Protettì, di fronte al comando della Polizia municipale.

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