È un vero e proprio mistero quello che aleggia intorno al settore delle Politiche Sociali. Tra uffici e assessorato, tra Comune e distretto, sono tanti i nodi da sciogliere. E soprattutto, numerosi sono i progetti mai avviati ed innumerevoli le risorse da spendere, o magari, andate definitivamente a monte. Dal generale al “particulare” il corso è breve. Nei giorni scorsi, si è fatto un gran parlare della recente sentenza del Tar che ha ordinato al Comune capoluogo di mettere in atto un progetto di “Vita indipendente” per ragazzi disabili. Un progetto mai avviato, nonostante i soldi fossero in cassa da tempo. A smascherare l’immobilismo degli uffici, lesti solo a liquidare ogni mese fior di esperti, è stata il ricorso al Tar della famiglia di un ragazzo disabile. In realtà, questa è stata soltanto la punta di un iceberg. Perché i progetti fermi sono numerosi. Non è andata meglio in altri settori del medesimo ambito.
Ad esempio, come segnalato dall’ex assessore oggi consigliere Lorenza Scrugli, non c’è stato nulla da fare per i fondi dei senza fissa dimora. Addirittura, dopo che il progetto, risalente al 2018, è scaduto il 31 dicembre dello scorso anno, e sono tornati al Ministero circa 100mila euro, il Comune ha impegnato le società del Terzo settore a coprogettare nuovamente per vedersi finanziati ulteriori 134mila euro per la medesima finalità.
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