Il ruolo dell’educazione e della politica come strettamente connessi e fondamentali per concretizzare le pratiche di comunità necessarie a strappare a esiti devianti i più giovani. Gli interventi che si susseguono nell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università pontificia soveratese porgono una profonda riflessione sociale, che si arricchisce di significati in un momento storico particolare. Il mondo guarda con sconcerto a una nuova guerra che coinvolge e sconvolge l’Europa, disegnando un contesto in cui emerge la consapevolezza di dover ridare all’educazione un ruolo centrale. «Occorre chiedersi - esordisce il vescovo di Napoli monsignor Mimmo Battaglia - quale sia il ruolo dell’educazione e delle pratiche di comunità che si adoperano per strappare a esiti devianti e delinquenziali i più giovani. Vi sono due miti sociali, che investono a livello più o meno consapevole sia gli operatori del settore sia l’opinione pubblica, che riguardano il ruolo dell’educazione. Chi educa realmente si prende cura della crescita di qualcuno e se fa questo fa politica e questo è vero anche al contrario. Anche chi fa politica educa e per questo la classe politica odierna dovrebbe comprendere se situarsi a un livello comunicativo e valoriale ben più alto di quello a cui spesso assistiamo». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro