Formazione all’altezza dell’odierno mercato del lavoro, occupazione in grado di incrociare al meglio domanda e offerta di lavoro. Sono queste le “mission” disegnate per i Centri per l’impiego. Ma come garantire risposte chiare, veloci ed efficienti senza avere a disposizione un luogo fisico per farlo? E, cosa ancora più importante, come fare senza personale messo nelle condizioni di farlo? L’ex ufficio di collocamento, è, infatti, chiuso ormai dal 20 agosto del 2020. La misura è stata predisposta dalla Regione che gestisce l’Ufficio dopo il passaggio delle consegne da parte della Provincia. Alla base della decisione problemi di sicurezza sui luoghi di lavoro, a causa del mancato adeguamento dei locali di via Fortunato. E così il lavoro viene ancora oggi svolto in smart working e, quindi, da casa per cui i documenti devono essere inviati online (quando questo risulta possibile). Sia per gli utenti che per i dipendenti le difficoltà sono all’ordine del giorno. Lavorare a contatto con il pubblico è infatti tutt’altra cosa. Ciascun dipendente si è dovuto attrezzare nel proprio domicilio e mettere, quindi, a disposizione la propria linea internet e il proprio cellulare, trasformando in archivio la propria abitazione. I faldoni sono rimasti, però, nella vecchia sede di palazzo Di Leo, ma si parla, addirittura, di spostarli a Triparni, per cui i dipendenti, al già difficile lavoro da casa dovrebbero aggiungere gli eventuali spostamenti per consultare le pratiche. Le persone che hanno bisogno di sbrigare qualcosa devono, dunque, farlo online inviando una email.
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