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Crotone, spacciavano tramite pusher bambini: l’inchiesta regge all’esame d’Appello

Confermate cinque condanne in secondo grado nel processo “Acquamala”

Cinque condanne confermate; altre cinque ridotte; e nove pene concordate tra accusa e difesa. Così si è concluso ieri davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro il secondo grado del procedimento a carico di 19 imputati scaturito dall’inchiesta “Acquamala” coordinata dalla Procura antimafia, su una presunta rete di narcotrafficanti che avrebbe spacciato cocaina, eroina e marijuana nel quartiere rom di Crotone di via Acquabona, e nelle zone limitrofe dove si trovano diverse scuole. Il collegio presieduto da Adriana Pezzo (a latere le giudici Giovanna Mastroianni e Ippolita Luzzo) ha inflitto complessivamente 117 anni di reclusione. In primo grado il gup distrettuale, il 15 gennaio 2021, aveva comminato 158 anni di carcere. Tra le condanne spiccano i 20 anni di detenzione ciascuno confermati sia a Cosimo Manetta che a Nicola Manetta, quest’ultimo ritenuto il promotore del gruppo criminale. Invece per Cosimo Passalacqua, detto “Palaiò”, difeso dall’avv. Aldo Truncè, è caduta la contestazione di ideatore dell’organizzazione: per lui la pena è stata ridotta da 17 anni, a 8 anni e 8 mesi. L’operazione, scattò all’alba del 23 ottobre 2019 con l’esecuzione di 18 misure cautelari e 39 decreti di perquisizione tra Crotone, Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e Bergamo.

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