Ha percorso oltre duemila chilometri, partendo dalla Calabria per raggiungere il confine dell’Ucraina, pur di portare in salvo due nipoti, figli di suo fratello: Vladyslay, 8 anni, e Oleh, di 14, fuggiti dalla loro casa dopo lo scoppio della guerra nel loro paese, invaso dalla Russia. Alessio Danylets è ucraino, ma vive da diversi anni nel piccolo borgo di Sellia, centro con poco più di 500 anime alle porte di Catanzaro. Ormai è un cittadino selliese a tutti gli effetti; si è perfettamente inserito nel contesto sociale e vive qui con la moglie Tanya, bielorussa, e con i loro tre figli. Nel piccolo borgo del Catanzarese lavora come tirocinante per il Comune e accompagna i bambini nello scuolabus che fa il giro del paese. La sua «missione», come racconta all’Agi, non è stata facile. Ha caricato la macchina con tanti prodotti utili per aiutare il suo popolo, grazie alla sensibilità e al sostegno del paese, quindi è riuscito a raggiungere il confine tra Ucraina e Polonia dove lo aspettavano i suoi nipoti. Un viaggio di andata e ritorno quasi senza sosta. Troppo pericoloso fermarsi in quelle zone: «Vedere tutte quelle persone e non poterle aiutare - ha affermato in una miscela di emozioni - ti rende impotente e ti porta un risveglio dell’odio contro il nemico che ha creato tutto questo». Lo scenario descritto da Alessio Danylets è surreale, con migliaia e migliaia di persone che hanno varcato il confine con «una igiene pari a zero». «Entrare in questo momento in territorio ucraino - racconta - è molto complesso, si deve affrontare una procedura molto rigida in cui si viene schedati affinchè le istituzioni possano verificare quali intenti si hanno: pro o contro l’Ucraina». Per Alessio e i suoi nipoti, il sindaco della cittadina, Davide Zicchinella, pediatra in prima linea nel sostenere iniziative solidali, ha organizzato una accoglienza ufficiale nella sala consiliare. «Conosco bene Alessio - ha spiegato il sindaco - perché da anni lavora in comune come ex tirocinante svolgendo con amore e dedizione il ruolo di accompagnatore dei bambini sul pulmino. Conosco bene la famiglia Danylets perché sono il pediatra dei due figli più piccoli. Ovviamente mi metterò subito a disposizione dei fratellini Danylets appena arrivati». Per il piccolo borgo di Sellia è solo l’inizio. Ieri la Giunta comunale ha deliberato l’adesione al piano regionale e nazionale di accoglienza dei profughi ucraini dalla guerra, mettendo a disposizione un ex edificio scolastico e un ex asilo oggi adibito come ostello. Un piccolo segnale di speranza che arriva da un paesino della Calabria che non ha voluto rimanere inerme davanti alla tragedia in atto.