Il Consiglio di Stato conferma l’annullamento della laurea per una studentessa coinvolta nello scandalo dei falsi esami nella facoltà di Giurisprudenza dell’Umg. Si torna a parlare del caso scoppiato nel 2007 e che coinvolse decine di studenti. A far scattare l’indagine fu lo stesso ateneo quando un docente si accorse della partecipazione a un sessione di laurea di una studentesse che era certo non avesse mai superato l’esame della sua materia. Da quel momento partirono tutti gli accertamenti che fecero venire fuori un vero e proprio sistema. Il processo che ne è scaturito si è concluso con la prescrizione di tutti gli imputati. Nel frattempo però l’università aveva agito in autonomia nominando una Commissione istruttoria per verificare la regolarità degli esami sostenuti e dei titoli di studio conseguiti nei confronti di tutti i soggetti indagati. In pratica erano stati analizzati i verbali di tutti gli esami sostenuti dalle persone coinvolte. Nel caso della studentessa che si è rivolta alla giustizia amministrativa non risultavano le registrazioni degli esami di diritto civile, diritto del lavoro, diritto commerciale, diritto penale, storia del diritto italiano, di procedura civile, diritto amministrativo e di procedura penale. Nel suo fascicolo erano presenti le veline gialle a ricalco rispetto alle quali era stato acquisito il disconoscimento scritto della propria firma da parte dei docenti titolari delle materie appena richiamate. Sulle medesime veline risultava facilmente ravvisabile la diversità di alcuni elementi formali rispetto ai registri originali. L’università quindi davanti alla mancanza nei registri della verbalizzazione degli esami per le materie ricordate e in presenza di una firma non riconosciuta sulle veline aveva deciso di annullare la laurea della studentessa.
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