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Vibo, nel 2015 il decesso di Santina Cortese. Sul caso aperto un pesante interrogativo

A distanza di 5 anni dall’avvio del processo a carico di tre medici si torna alle perizie

Santina Cortese e il marito Mario Misasi che si è costituito parte civile

Il giudice monocratico riavvolge il filo e il processo per la morte di Santina Cortese, 46 anni di Vibo – deceduta l’8 gennaio del 2015 – ritorna al punto di partenza. O meglio sul procedimento – che vede imputati per concorso in omicidio colposo tre sanitari, due dei quali di continuità assistenziale – si riapre un punto interrogativo non di poco conto considerato che il giudice, a sette anni dal decesso della donna e a processo concluso (o almeno così sembrava), ritiene debbano essere chiarite le cause della morte. E così l’udienza che si è svolta giovedì scorso anziché concludersi con una sentenza, si è chiusa con un’ordinanza per la nomina di un anatomopatologo e un medico legale ai quali sarà conferito l’incarico nell’udienza già programmata per il prossimo 23 marzo. In pratica nella scorsa udienza ci sono state le ultime discussioni della difesa. Al termine erano previste le repliche ma il giudice monocratico del Tribunale di Vibo, Gianfranco Grillone, ha fermato tutto disponendo nuovi accertamenti per stabilire le cause del decesso di Santina Cortese la quale, secondo l’accusa e i periti della Procura morì in seguito a polmonite acuta bilaterale batterica e a un edema polmonare acuto non tempestivamente diagnosticati e contrastati con adeguate terapie.Insomma a sette anni dal decesso per la 46enne e per la sua famiglia non c’è ancora pace. Una vicenda dolorosa caratterizzata anche dalla riesumazione della salma – disposta a distanza di 18 giorni dalla morte – per l’autopsia che venne eseguita dal prof. Mario Privitera e dalla dottoressa Patrizia Napoli, l’anatomopatologa che, per conto della Procura, svolse gli esami istopatologici. Autopsia che diede risposte agli interrogativi formulati dal pm arrivando alla conclusione che a determinare la morte furono una polmonite bilaterale e un edema acuto, anche in considerazione del fatto che dagli esami emerse che tutto il parenchima polmonare era infettato.

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