Catanzaro, Crotone, Vibo

Venerdì 04 Ottobre 2024

Catanzaro, operazione Aesontium: spaccio nel quartiere Pistoia, in 28 rinviati a giudizio

Avrà inizio il prossimo 26 aprile il processo nei confronti di 28 persone coinvolte nell’operazione Aesontium e accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, furto e porto abusivo di armi, ricettazione ed estorsione. Altri tredici indagati hanno invece chiesto e ottenuto di essere giudicati con il rito abbreviato, mentre quattro posizioni sono state stralciate. Il gup Alberto Ferraro ha disposto il rinvio a giudizio per: Romina Veronica di Cataldo, 28 anni, di Catanzaro; Francesca Bevilacqua, 50 anni, di Catanzaro; Fabrizio Veneziano, detto Porcellino, 26 anni, di Catanzaro; Domenico Bevilacqua, 53 anni, Catanzaro; Massimo Bevilacqua, 29 anni, di Catanzaro; Mirko Bevilacqua, 27 anni, Catanzaro; Luana Pappaianni, 27 anni, Catanzaro; Graziella Passalacqua, 42 anni, Catanzaro; Marco Passalacqua, 33 anni, Catanzaro; Antonio Bevilacqua, detto Tonino, 33 anni, Catanzaro; Franco Passalacqua, detto “U killer”, di Catanzaro; Cosimo Passalacqua, 38 anni, di Catanzaro; Mirko Passalacqua, inteso u Zannutu, 23 anni, Catanzaro; Antonio Abbruzzese, 46 anni, Catanzaro; Cosimo Abbruzzese, 38 anni, Catanzaro; Giovanni Abruzzese, 34 anni, Catanzaro; Armando Abbruzzese, 37 anni, Catanzaro; Maurizio Abbruzzese, 35 anni, Catanzaro; Antonella Bevilacqua, 30 anni Catanzaro; Silvano Passalacqua, detto Barbanera, 45 anni, di Catanzaro; Andrea Bernaschino, 34 anni, di Catanzaro; Ubaldo Codamo, 26 anni, di Borgia; Enzo Costantino, 50 anni di Catanzaro; Francesco La Salvia, 41 anni di Catanzaro; Luigi Vecceloque Pereloque, inteso U Marocchinu, 53 anni, di Catanzaro; Sharon Codamo, 27 anni, di Borgia; Alessandra Voci, 31 anni, di Catanzaro; Massimiliano Passalacqua, 24 anni, di Catanzaro. L’operazione congiunta di polizia e carabinieri ha colpito due gruppi di etnia rom che controllavano le piazze di spaccio della periferia sud. Secondo l’ accusa le due bande svolgevano «l'attività di spaccio in maniera professionale all'interno del quartiere, eletto a vera e propria fortezza attraverso sentinelle di controllo ed altri sistemi di sorveglianza». Le due consorterie avevano due canali di approvvigionamento della droga, il primo proveniente da soggetti legati alle cosche del versante ionico, il secondo gestito da albanesi da cui i rom acquistavano soprattutto eroina. I due gruppi utilizzavano donne e minori come corrieri e avevano trasformato il quartiere Pistoia, in un “fortino” impenetrabile.

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