Il torrente Piazza non restituisce l’arma del delitto. Vani sono stati infatti i minuziosi controlli effettuati negli ultimi giorni dai carabinieri del Nucleo subacqueo di Messina che hanno scandagliato il letto del torrente che costeggia piazza Borelli, dove lo scorso 7 marzo è stato ucciso Luigi Trovato e ferito gravemente il fratello Luciano. I militari dell’Arma hanno setacciato il torrente, così come indicato da Claudio Paola, il 37enne che quel lunedì sera ha sparato all’impazzata per la piazza, rincorrendo le sue vittime per oltre quaranta metri e sparando otto colpi vaganti. A indicare ai carabinieri dove cercare per recuperare il corpo del delitto è stato proprio il reo confesso che, dopo due ore dall’agguato, si è presentato insieme ad Antonio Monteleone alla caserma di via Marconi autoaccusandosi dell’omicidio di Luigi Trovato. Durante l’interrogatorio Paola ha riferito che la pistol utilizzata, una calibro 9, l’aveva lanciata nel fiume, mentre passava con l’auto sul ponte di Terravecchia. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro