Vibo, produzioni ridotte e allevamenti in crisi. L’agricoltura rischia di perdere... terreno
C’era la crisi, ora è emergenza. Che colpisce quasi tutti i settori, le famiglie e mette a rischio la tenuta sociale di un territorio come quello vibonese, già molto fragile. Ad aprire una riflessione sulla «guerra economica» – è così che la chiama – che si è scatenata in Italia ancor prima della crisi russo-ucraina, è Annalisa Crupi (Alpa-Cgil), la quale è quotidianamente a contatto con le aziende agricole del territorio. «Il gasolio agricolo – spiega – da 60 centesimi dello scorso anno è arrivato ad un euro e 60. Tutte le attività del comparto sono praticamente in ginocchio. Ancor più le piccole impresa che non riescono a tenere più il passo». Il fatto che anche grosse imprese come “Colacchio food”, secondo la sindacalista, non producano più pane la dice lunga. A pesare come un macigno sul fatturato delle aziende «non è solo il costo del carburante – aggiunge la Crupi – ma anche la mancanza di prodotti utili soprattutto al settore zootecnico, come la soia e il mais che vengono importati da Russia e Ucraina». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro