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Guardavalle, traffico internazionale di droga: a giudizio il boss Gallace e altri tre

Il procedimento scaturito dall’inchiesta “Molo 13”

Gli uomini della Guardia di Finanza durante l'operazione "Molo 13"

Avrà inizio il prossimo 10 maggio il processo a carico del presunto boss Cosimo Damiano Gallace, 60 anni (ex latitante, catturato dai carabinieri all’alba del 7 ottobre scorso), di Francesco Galati (44 anni), Angelo Gagliardi (26 anni) e Domenico Vitale (52 anni). Ieri il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Catanzaro ha rinviato a giudizio quattro dei venti imputati nel processo scaturito dall’operazione antindrangheta denominata Molo 13, scattata nell’aprile dello scorso anno. L’operazione, condotta dai reparti speciali del “Gico” di Catanzaro e dello “Scico” della Guardia di Finanza di Roma, e coordinata dalle Procure di Catanzaro e Firenze, aveva portato all’arresto di venti persone, accusate a vario titolo di narcotraffico internazionale e detenzione di arma da fuoco. Il 25 maggio prossimo, invece, è prevista la requisitoria del pm nei confronti degli altri indagati che hanno optato per il rito abbreviato: Agazio Andreacchio (44 anni), Giuseppe Bava (44 anni), Nicola Chiefari (48 anni), Emanuele Fonti (61 anni), Bruno Gallace (49 anni), Nicola Guido (35 anni), Mario Palamara (52 anni), Benito Andrea Riitano (28 anni), Francesco Riitano (41 anni), Paolo Riitano (45 anni), Agazio Andrea Samà (47 anni), Gianluca Tassone (42 anni), Francesco Taverniti (47 anni), Domenico Vitale (45 anni) e Giuseppe Vitale (44 anni).
Nel collegio difensivo gli avvocati Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Natale Ferraiuolo, Sergio Rotundo, Domenico Concolino, Matteo Cereghino e Guido Contestabile. L’operazione antimafia “Molo 13” svelò l’evoluzione criminale della cosca Gallace, sempre più proiettata sui mercati internazionali della droga. Una vera e propria holding del crimine, per gli inquirenti che avrebbe intessuto affari illeciti con i signori della droga del Sudamerica, da cui gestivano l’importazione di quintali di cocaina, da piazzare non solo sui mercati europei, ma anche su quelli dell’Australia e della Nuova Zelanda.

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