Catanzaro, Crotone, Vibo

Venerdì 04 Ottobre 2024

Processo Coccodrillo a Catanzaro, il gup: “Rapporti stabili e radicati tra i Lobello e i clan”

La sede del gruppo imprenditoriale Lobello a Catanzaro

«Dalle risultanze emerse nei molteplici provvedimenti giudiziari oramai definitivi affiorano stabili, radicate e risalenti cointeressenze tra il gruppo imprenditoriale Lobello e le più influenti consorterie criminali attive sia nel comprensorio reggino che in quello catanzarese». È quanto scrive il gup Matteo Ferrante nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato, al termine del giudizio abbreviato, i tre imprenditori Antonio (condannato a 4 anni e 8 mesi), Giuseppe (8 anni e 10 mesi) e Daniele Lobello (4 anni e 8 mesi). In 81 pagine il giudice ricostruisce l’ascesa imprenditoriale della famiglia e i suoi contatti con i clan locali. Il gup ha tracciato anche i profili del padre e dei due figli. «Antonio è risultato il patriarca del gruppo, nonostante l’età ingravescente tutt'ora coinvolto in tutti i processi decisionali, avendo instradato i due figli sia nei contatti con la locale criminalità organizzata che nella gestione imprenditoriale delle loro società». Daniele invece è ritenuto «la vera mente economica del gruppo: egli ha congegnato i sofisticati trasferimenti fittizi delle società e le complesse operazioni finanziarie attraverso cui si sono concretizzati i fatti di autoriciclaggio». Infine Giuseppe che secondo il giudice avrebbe accresciuto «l’accreditamento della sua famiglia negli ambienti malavitosi al fine di assicurare la crescita economica del suo gruppo imprenditoriale». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro

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