A settembre di quest’anno, saranno due anni esatti che il Centro per l’impiego del capoluogo ha chiuso i suoi uffici al pubblico. Due anni, in cui la mancanza di un servizio fondamentale è mancato ad una provincia il cui tessuto sociale ed economico è fortemente in crisi e con un alto tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile. Ovviamente, ciò non vuol dire che gli operatori del centro siano rimasti fermi al palo. Anzi, con tutte le difficoltà del caso, nel corso di questo lungo periodo hanno provato comunque a dare risposte all’utenza, lavorando da remoto pratiche pervenute per lo più online, o grazie al filo diretto con i patronati, ma, nonostante ciò, non sempre hanno avuto delle soluzioni alternative per svolgere al meglio il loro lavoro. Proprio la mancanza di una sede idonea ha finito per generare gravi disagi e pesanti ricadute sia per il personale dipendente, costretto a lavorare in smart working con mille difficoltà, ma soprattutto per i cittadini che non sempre riescono a vedersi soddisfatte le loro richieste. È altrettanto ovvio, infatti, che il centro per l’impiego rimane un punto di riferimento, la cui assenza fisica ha finito per colpire soprattutto i soggetti più deboli e bisognosi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro