Lo sciopero dei 102 dipendenti di Akrea, che da questa mattina incroceranno le braccia per tutta la giornata, «è la diretta conseguenza dell’esasperazione di questi lavoratori». I quali, «vedono il proprio presente e futuro lavorativo messo in discussione da un’amministrazione inefficiente, incapace, inadeguata ed incompetente». Quattro consiglieri comunali d’opposizione mettono sotto accusa la giunta di Crotone, guidata dal sindaco Vincenzo Voce, per la conduzione della vertenza della società di raccolta dei rifiuti urbani. Secondo Danilo Arcuri, Antonio Megna, Fabrizio Meo e Antonio Manica, l’esecutivo cittadino «non ha la più pallida intenzione di affrontare i problemi della società» che fa capo all’ente. Il riferimento è ad una serie di preoccupazioni legate al futuro della controllata, che finora non avrebbero avuto risposta dall’esecutivo comunale, al punto da indurre i quattro della minoranza a paragonare l’«atteggiamento» di Voce e degli assessori a quello di «Ponzio Pilato». «Akrea – scrivono Arcuri, Megna, Meo e Manica – è senza un piano industriale, manca la sicurezza nei luoghi di lavoro, non ha più il contratto per la gestione del verde pubblico ma con undici dipendenti che pesano sulle casse dell’azienda, casse messe a dura prova anche dal mancato riconoscimento da parte del Comune di un debito di più di due milioni di euro che l’ente ha con la sua partecipata». Infatti, tra i motivi che hanno portato alla protesta odierna c’è il credito di 2,2 milioni di euro che la società vanta verso il Municipio per prestazioni eseguite in passato, e che per i lavoratori potrebbero essere utilizzati per potenziare l’azienda in house con nuovi mezzi e attrezzature. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria