La maxioperazione antiriciclaggio scattata lo scorso 17 febbraio è stata denominata “Boccaccio” perché ha riguardato il noto gruppo imprenditoriale che produce, tre le altre cose, i contenitori in vetro usati per conservare gli alimenti. Ai domiciliari erano finiti Claudio Arpaia e la moglie Annamaria del Gaudio, poi rimessi in libertà il 7 marzo su disposizione del gip Francesco De Nino. I coniugi sono indagati per autoriciclaggio, ovvero l’impiego di denaro, beni o altre utilità di provenienza illecita per ostacolarne concretamente l’identificazione, e nell’operazione era stato posto sotto sequestro un patrimonio stimato in oltre 5,2 milioni di euro. Ora beni e quote societarie sono stati dissequestrati e sono tornati nella disponibilità dell’imprenditore Arpaia e di sua moglie. La Procura di Lamezia Terme ha infatti emesso un decreto di revoca del sequestro preventivo nei confronti della coppia dopo che l’imprenditore – assistito dagli avvocati Mario Murone e Giovanni Caridi – ha proposto istanza di dissequestro, ritenendo che quei beni non fossero provento di illecito e le società fossero estranee ai reati contestati. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro