«Le risultanze investigative non consentono di ritenere provata, al di là di ogni ragionevole dubbio, la penale responsabilità dell'imputato per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa». Così conclude il gup Gabriella Logozzo nelle 200 pagine di motivazioni della sentenza con cui è stato assolto l’avvocato ed ex sindaco di Torre Ruggiero, Giuseppe Pitaro. Il legale era rimasto coinvolto nell’inchiesta Orthrus con cui la Dda di Catanzaro aveva colpito il presunto sodalizio criminale delle famiglie Iozzo e Chiefari. Secondo la Dda di Catanzaro, che aveva chiesto 6 anni di reclusione, Pitaro a fronte di un esplicito appoggio elettorale da parte dei Chiefari avrebbe fornito lavori e appalti pubblici. «Deve tuttavia rilevarsi - scrive il giudice - che gli elementi valorizzati dall'accusa evidenziano senza dubbio una anomala contiguità dell'imputato agli interessi della famiglia Chiefari ed ai suoi membri, ma non consentono di circoscrivere una condotta concreta e specifica suo a carico, né di delineare la sinallagmaticità del rapporto sussistente tra le due parti». A parere del gup «può dirsi acclarato l'appoggio quantomeno da parte di un membro della famiglia Chiefari alle elezioni del 2011» lo dimostrebbe il fatto che Domenico Chiefari venne invitato a salire sul palco durante un comizio elettorale dell'avvocato Pitaro. Ma, sottolinea il giudice, «non è emerso alcun profilo di illiceità nel sostegno manifestato dal predetto. Né è stata evidenziata agli atti alcuna anomalia della procedura di assunzione di Chiefari alle dipendenze del Comune. Risulta poi del tutto fumosa e priva di qualsivoglia addentellato concreto l'ipotesi accusatoria secondo cui l'imputato, in virtù di un patto, si sarebbe impegnato ad avvantaggiare il gruppo criminale in questione».
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