È stato respinto su tutti i fronti il ricorso della Nettuno srl che chiedeva l’annullamento del provvedimento di esclusione emesso dal Comune nei suoi confronti nell’ambito della procedura per l’assegnazione temporanea in concessione di aree demaniali marittime del porto sulle quali installare i pontili galleggianti. Il Tar ha infatti analizzato le contestazioni mosse dal Comune sulla base del Codice degli appalti alla società (la ex Navylos srl) trovandole pienamente legittime e appropriate nella loro portata.
Già nel 2020 la ricorrente (nella precedente denominazione) aveva partecipato a un’altra procedura il cui affidamento era stato revocato in autotutela da Palazzo De Nobili per la carenza di alcuni requisiti; annullamento che interessava anche un’altra ditta risultata assegnataria. Alla successiva procedura bandita dal Comune la Nettuno srl ha dunque partecipato con una società mandante in una rete temporanea di imprese (Rti) risultata l’unica partecipante. La scure delle verifiche da parte dell’ente si è ancora abbattuta con la sua esclusione per una serie di motivi sostenuti da Palazzo De Nobili: violazione degli obblighi relativi al pagamento di imposte e tasse nei confronti del Comune, relativi alla gestione della precedente concessione; la sussistenza di “gravi illeciti professionali, tali da rendere dubbia la sua integrità o affidabilità”; il socio unico della ricorrente era stato destinatario della misura del divieto di contrarre con la Pa per un anno, misura applicata dal gip di Catanzaro proprio per una circostanza inerente la precedente concessione del porto; carenza del requisito di idoneità professionale in capo alla mandante.
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