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Limbadi, iniziativa di Libera Vibo. Una camminata per ricordare Matteo Vinci e le vittime di mafia

"Con il coinvolgimento dell’Università della Ricerca, della Memoria e dell’Impegno “Rossella Casini” (UniRiMI), della Pro Loco di Limbadi, dell’Associazione Solidarietà e dell’Amministrazione Comunale, invitiamo tutti e tutte ad unirsi all’iniziativa, “In cammino per la Memoria e la Resistenza”, che si terrà a Limbadi domenica 10 aprile". E' quanto si legge in una nota del coordinamento provinciale di Libera Vibo Valentia.

"Camminare porta alla consapevolezza di quanto sia importante la bellezza, quella che possiamo trovare dentro ognuno di noi ma, anche, quella dei paesaggi e degli scorci dei quali il nostro territorio ne è pieno. Ma camminare, soprattutto, è una testimonianza di resistenza civile attraverso il ricordo e la memoria. Una passeggiata tra i beni confiscati alla criminalità organizzata nel comune di Limbadi, per sottolineare la necessità di sentire nostri quei beni che, prima erano simbolo di potere e violenza,  ed oggi diventano luoghi di cultura, lavoro e democrazia.

Ricorderemo Matteo Vinci, nel quarto anniversario dalla sua tragica uccisione e attraverso di lui, e tutte le vittime innocenti della violenza e della ‘ndrangheta.

Ci ritroveremo alle ore 9,00 presso la struttura dell’UniRiMI a Limbadi, in viale Europa I traversa, Contrada Santa, e da qui inizierà il nostro cammino della memoria, una memoria che diviene consapevolezza della necessità di riappropriarci dei nostri spazi e dei nostri luoghi, di viverli con forte senso di responsabilità e impegno.  Raggiungeremo il terreno confiscato in località “Gurnera” per raccogliere i ramoscelli d’ulivo, terreno che ospita molte piante di ulivo e che, purtroppo, negli anni è stato oggetto di due incendi dolosi. Dopo la Santa Messa della Domenica delle Palme, nella chiesa madre di San Pantaleone Martire, ci sarà un momento di ritrovo e raccoglimento presso il cimitero di Limbadi nel ricordo di Matteo Vinci, biologo di Limbadi ucciso da una bomba piazzata nell’auto sulla quale viaggiava insieme al padre.

Un momento per riscoprirci comunità itinerante, affinché - conclude la nota di Libera Vibo - ogni passo sia incarnazione di resistenza e speranza, valori alimentati dalla memoria di vite spezzate dalla cieca violenza criminale, memoria che diviene patrimonio collettivo che deve innescare processi di cambiamento partendo dal quotidiano di ciascuno di noi".

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