Un’imputata ha chiesto e ottenuto di patteggiare la condanna, mentre per le altre 11 persone sott’accusa si profila il rito ordinario. Così è finita la prima udienza preliminare del procedimento scaturito dall’operazione diretta dal pm Alessandro Rho sul cosiddetto “Sistema Petilia”, venuta alla luce il 16 aprile 2021 con l’esecuzione di otto misure cautelari.
Ieri, davanti alla gup Romina Rizzo, l’ex vicesindaca di Petilia Francesca Costanzo, attraverso l’avvocato Mario Saporito, ha optato per la pena concordata tra accusa e difesa (che ora attende di essere applicata dalla giudice) in merito alla contestazione di falso. Lo scorso giugno invece, nell’ambito della stessa inchiesta, la ex numero due della giunta petilina aveva già patteggiato 3 anni di carcere per altri addebiti. In aula, le difese degli imputati hanno contestato la costituzione di parte civile del Comune di Petilia Policastro, rappresentato dall’avv. Giovanni Staglianò. Nodi, questi, che verranno sciolti nella prossima udienza.
Il blitz condotto dai carabinieri, sfociato poi nel commissariamento del Municipio, ha fatto luce sulla presunta violenza sessuale che una donna avrebbe subito per mano dell’ex sindaco di Petilia, Amedeo Nicolazzi, al quale si era rivolto per far trovare un posto di lavoro al figlio.
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