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Catanzaro, il pentito Mirarchi: le risse per spaventare e far pagare il pizzo

Ha svelato la strategia della criminalità rom

Il collaboratore di giustizia Santo Mirarchi

Qualcosa di strano e allarmante sta accadendo attorno al mondo della notte e ai suoi locali. Gli ultimi fine settimana sono stati drammaticamente segnati dalla violenza. Prima gli spari in discoteca, poi lo spray al peperoncino spruzzato in un locale affollato e l’ultimo episodio sabato notte quando una delle vie della movida del quartiere marinaro si è trasformata in un far west. Un rissa violenta quanto improvvisa. A scatenarla, secondo quanto si è potuto apprendere, un gruppo formato da una decina di ragazzi giovanissimi. Minuti interminabili che hanno scatenato il fuggi fuggi tra i giovani avventori dei locali, una furia che ha lasciato sull’asfalto sangue e vetri rotti. Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per ricostruire l’accaduto e soprattutto identificare la gang protagonista dell’aggressione.
Impossibile al momento stabilire cosa abbia scatenato tanta violenza, di sicuro non è la prima volta che vere e proprie bande di ragazzi seminano il terrore nelle strade del divertimento. Addirittura c’è chi ipotizza che dietro le risse possa esserci una regia. Non sarebbe la prima volta. Nel passato è sicuramente accaduto. A raccontarlo è stato il collaboratore di giustizia Santino Mirarchi che proprio a Lido aveva il quartiere generale della sua “batteria” collegata alle cosche della ‘ndrangheta crotonese. Il pentito ha spiegato agli inquirenti che le liti venivano utilizzate per convincere i titolari a cedere al ricatto dell’estorsione. In pratica, Mirarchi, stando al suo racconto, avrebbe utilizzato alcuni soggetti di etnia rom per far scoppiare risse nei locali da Catanzaro Lido fino alle porte di Soverato. In questo modo i proprietari per evitare il ripetersi di queste situazioni sarebbero stati costretti a chiedere “protezione” agli uomini del clan. Dopo il pagamento liti e violenze dovevano cessare.

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