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Vibo, medico aggredito a bastonate da parente vittima del Covid

L'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia

L’ospedale di Vibo a distanza di una settimana torna ad essere scenario di violenza. Un altro medico è stato, infatti, aggredito questa mattina nel reparto di Malattie Infettive . Si tratta del dottore Maurizio Guastalegname colpito dai familiari di un paziente deceduto in mattinata nell’ala Covid. L’uomo, molto anziano, era stato ricoverato circa una settimana fa dopo essere risultato positivo ma si trovava già in gravi condizioni a causa di altre patologie che avevano compromesso il suo stato di salute. E nonostante le cure non ci sarebbe stato nulla da fare. In ogni caso appreso del decesso i familiari si sarebbero scagliati prima contro il medico, aggredito a bastonate con una stampella, dopo contro una caposala e infine contro un operatore dell’ obitorio. I parenti si sono anche scagliati contro uno dei nostri giornalisti, che si trovava sul posto, che è riuscito ad evitare l'aggressione solo grazie all'immediato intervento dei carabinieri che lo hanno scortato fuori dal nosocomio. Sull’aggressione indagano i carabinieri. Una settimana fa ad essere stata aggredita era stata una dottoressa del pronto soccorso.

Le reazioni

Gli ordini dei Medici e delle Professioni Infermieristiche di Vibo Valentia, attraverso i suoi presidenti Tonino Maglia e Stefano Moscato, in un comunicato congiunto esprimono profondo sconcerto e indignazione per i vili atti di aggressione che si sono consumati presso l’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia nel giro di una settimana.
La violenza contro gli operatori sanitari, che ha coinvolto il Pronto Soccorso prima, e nella giornata di oggi l’U.O. di Malattie Infettive COVID sono episodi che condanniamo con forza, perché lontano dalla cultura dei professionisti che hanno fatto della “relazione di aiuto “ la ragione della loro vita professionale.
Non più tardi di venti giorni fa (12 marzo) si è celebrata la prima giornata contro la violenza agli operatori sanitari, quegli stessi professionisti lodati e definiti “eroi” durante il periodo più buio della pandemia e poi caduti nell’oblìo, vittime di un sistema sanitario sofferente, di un territorio che sta perdendo anche i servizi sanitari più essenziali. Sicuramente proprio il COVID ha determinato nuove situazioni che hanno determinato un aumento della violenza, come ad esempio l’impossibilità per i parenti di visitare i pazienti ricoverati, ma questo non può determinare, gli episodi vili di questi giorni.
Nell’esprimere profonda solidarietà ai colleghi colpiti da questi brutali attacchi, chiediamo con forza che la sicurezza dei professionisti sanitari, diventi la priorità, insieme alla necessità di soddisfare i bisogni degli assistiti.
Non si può instaurare la relazione di cura se l’utenza non ha fiducia nel personale sanitario e per questo facciamo appello alla cittadinanza affinchè venga stretto un nuovo patto che miri a sensibilizzare una cultura che eviti la violenza in tutte le sue forme. È fondamentale far sapere alle persone cosa significa la violenza sui sanitari e far capire loro che ad assisterli non è il singolo operatore ma è un’équipe. Bisogna inoltre ricordare che gli atti di violenza possono ripercuotersi negativamente anche sulla qualità dell’assistenza offerta a tutti i cittadini. Gli operatori sono alleati dei cittadini, e tutto il Servizio sanitario deve impegnarsi perché questa alleanza possa esprimersi al meglio.
Per questo gli Ordini Professionali, come enti sussidiari dello Stato, a tutela della sicurezza e della dignità e degli assistiti, fanno appello alle istituzioni, ai sindacati alla società civile, alla politica, per l’apertura di un tavolo di confronto immediato che punti costruire un percorso unitario di rinascita del sistema sanitario vibonese.
È necessario promuovere una cultura della comunicazione e della informazione per recuperare il clima di fiducia della cittadinanza rispetto al lavoro di chi ogni giorno presta servizio per la salute.
Non può esistere cura se l’approccio tra persone è violento. Il rispetto verso chi cura, il rispetto delle regole del luogo in cui si viene curati, il rispetto per il territorio sono i fondamenti di un vivere civile in cui ognuno ha il diritto di essere assistito, ma anche il dovere di “rispettare chi ti aiuta”

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«È necessario condannare con fermezza l’aggressione avvenuta ai danni di un medico e di due operatori sanitari dell’ospedale di Vibo Valentia. È il secondo caso del genere in pochi giorni e non è più possibile soprassedere davanti a manifestazioni di violenza ingiustificate e ingiustificabili». È quanto sostiene il senatore Giuseppe Mangialavori, che aggiunge: «Esprimo la mia piena solidarietà nei confronti dei medici e degli infermieri aggrediti e di tutto il personale sanitario che opera nel servizio sanitario regionale. Professionisti, padri e madri di famiglia troppo spesso lasciati soli a fronteggiare situazioni ad alto rischio che mettono in pericolo la loro incolumità. Ho intenzione di farmi promotore di una nuova proposta di legge per l’inasprimento delle pene contro chi commette reati del genere e per il rafforzamento delle misure di sicurezza in tutti i presidi sanitari. Neanche situazioni dolorose come la morte di un proprio caro – conclude Mangialavori – possono in alcun modo giustificare atti di violenza contro personale medico già costretto a lavorare in condizioni proibitive e al ritmo di turni massacranti. Adesso è arrivato il momento di dire basta e di agire di conseguenza».

«Apprendo dell’ennesima aggressione ai danni dei medici dell’ospedale di Vibo Valentia. Provo rabbia e indignazione per lo stillicidio continuo di episodi di violenza che non trovano la benché minima giustificazione». É quanto afferma in una nota il deputato del Movimento 5 stelle, Riccardo Tucci. "I medici dello Jazzolino, a cui va la mia solidarietà - prosegue Tucci - sono costretti a lavorare in condizioni difficilissime, proibitive quasi, in un ospedale datato, carente di strumentazioni e con il personale ridotto all’osso. Le ore di straordinario che sono costretti a fare, per senso del dovere, nemmeno si contano più. I sanitari sono soli in trincea a combattere una battaglia che non è la loro, fungendo da parafulmine per situazioni le cui cause vanno ricercate altrove. Sono il classico anello debole della catena. É sintomatico il fatto che i concorsi banditi dall’Asp territoriale finiscano per andare deserti perché Vibo rappresenta una destinazione poco appetibile, anche a causa di questi tristi episodi di cronaca». "Di fronte a tutto questo - sostiene ancora il parlamentare - dalla politica regionale, a cominciare dal Commissario straordinario per la sanità, Roberto Occhiuto, ci aspettiamo delle risposte, immediate. Il presidente Occhiuto ci dica chiaramente quando il nuovo ospedale di Vibo Valentia vedrà la luce. Sullo stesso, fino a questo momento, si sono udite solo chiacchiere, oltre all’inevitabile, e prevedibilissimo, aumento milionario dei costi, per la gioia dei contribuenti. Si mettano i medici dello Jazzolino nelle condizioni di operare serenamente senza il rischio di temere per la propria incolumità. La pazienza si è esaurita da tempo».

«Gli odiosi e deprecabili episodi di violenza contro gli operatori sanitari degli ultimi giorni all’ospedale di Vibo Valentia sono il segno di un disagio sociale preoccupante che condanniamo con forza, a cui va subito opposta una campagna di sensibilizzazione e di contrasto». Lo afferma, in una dichiarazione, il senatore della Lega Fausto de Angelis. "E' necessario attivarsi - prosegue De Angelis - per consentire ai medici e agli infermieri che sono quasi in trincea, di lavorare in sicurezza. Non è pensabile lasciare i professionisti senza presidi delle forze dell’ordine sperando che non succeda nulla o assistere inermi al susseguirsi di attacchi e minacce».

«L'aggressione a un medico e a due operatori sanitari avvenuta oggi nell’ospedale di Vibo Valentia è di estrema gravità. Purtroppo però è solo l’ultima in ordine di tempo di una serie di episodi che si consumano quasi quotidianamente negli ospedali italiani. E’ inaccettabile che professionisti che svolgono il proprio lavoro con impegno e abnegazione, mettendo spesso in pericolo la propria vita e la propria salute come accaduto nel periodo di emergenza Covid, si debbano trovare in situazioni rischiose per la propria incolumità fisica». Lo dichiara la senatrice di Forza Italia, Maria Rizzotti. «Alla luce delle numerose aggressioni agli operatori sanitari, ho presentato in Senato un disegno di legge che prevede, tra le altre cose, un presidio di polizia fisso nelle strutture ospedaliere. Auspico che il provvedimento trovi ampia condivisione da parte di tutti i gruppi per approvarlo al più presto. Un Paese civile ha il dovere di garantire la sicurezza di chi quotidianamente mette la propria vita al servizio degli altri. Al medico e agli operatori sanitari aggrediti esprimo la mia sincera solidarietà».

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