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Covid, nuova mutazione individuata a Catanzaro. Non è una variante, ma una "rigenerazione"

Il Covid si allontana lentamente dalla Calabria. La sua collera sbiadisce nei report della Regione. Lo scenario epidemico appare, ovunque, in netto miglioramento, nonostante l’incognita delle vacanze pasquali imminenti. Per, adesso, però, lo scenario algebrico è incoraggiante. Certo, l’aritmetica non offre paradisi in terra ma costituisce un orientamento sicuro fornendoci una rassicurante proiezione sul futuro. Nell’ultima settimana (quella tra il 6 aprile e ieri) sono stati riportati, complessivamente, 14.860 casi con un incidenza di 798,67 diagnosi per 100mila abitanti. Numeri in calo rispetto ai sette giorni precedenti (tra il 30 marzo e il 5 aprile) quando vennero messi a referto, complessivamente, 18.093 positivi con una misura del rischio di malattia pari a 972,43 casi per 100mila abitanti. Anche il dato di giornata di ieri (2.869 diagnosi con un tasso di positività del 21,42%) è nettamente inferiore a quello che si registrò martedì 5 aprile (3.641 casi con un indice del 22,58%). Ancora più negativo fu l’esito della indagine epidemiologica di martedì 29 marzo che rivelò ben 4.214 positivi con un tasso del 24,42%.

Servizi assistenziali

Anche dagli ospedali calabresi trapela un cauto ottimismo. Il punto nel tempo viene collocato con giustificata prudenza dagli esperti. Troppe volte, in passato, l’epidemia ha giocato con la speranza, troppe volte, in questi 27 mesi d’apocalisse italiana, il Covid è apparso sfinito e spento prima di schizzare verso nuovi picchi. Tuttavia, la contabilità dei ricoveri nelle due aree è in calo. Il dato di ieri (7 pazienti in meno nei reparti ordinari e occupazione stabile in Rianimazione) corrobora il riepilogo settimanale con ben 21 ricoverati in meno nelle aree non critiche e 3 intubati in meno nelle Terapie intensive. Il tasso dei reparti è al 31,97% (secondo dato nazionale dopo l’Umbria) mentre quello delle aree critiche è all’8,59%.

Letalità

Il virus in lenta ritirata abbandona dietro di se una lunga scia di morte. Anche ieri, la Regione ha dichiarato altre dieci vittime che alzano il totale da inizio pandemia a quota 2.405. Nell’ultima settimana, si sono contati 65 decessi con una media di 9,29 vittime al giorno. Una strage che rappresenta il cimelio dei giorni della grande emergenza con gli ospedali ovunque sotto assedio.

Indagine Iss

La Calabria ha partecipato come al solito alla flash survey di aprile voluta dall’Istituto superiore della sanità per mappare la presenza del virus nella regione. I primi dati sul sequenziamento dei campioni prelevati sui tamponi positivi del 4 aprile hanno rivelato la presenza delle sottovarianti di Omicron nel 75,76% dei casi. In particolare, a Reggio, qualche giorno fa, era stata intercettata la “Xj”su due test analizzati. Un ceppo nato dalla fusione delle due sottovarianti dello stesso lignaggio Omicron: BA.1 e BA.2 (le prime apparizioni erano state segnalate in Finlandia). A Crotone, invece, nelle ultime ore è stata identificata la “Xl”, che era stata individuata già a marzo in Corea del Sud. Complessivamente, finora, sono ben 17 le combinazioni delle due sottovarianti di Omicron che sono state isolate in tutto il mondo.

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