Fuoco incrociato di querele fra il barone Ettore Gallelli, ritenuto vittima di estorsione del clan Gallelli, per come evidenziato dall’operazione antindrangheta Pietranera, e il responsabile del settore Bilancio e sviluppo dell’Unione dei comuni del versante ionico Vincenzo Larocca. Una vicenda incresciosa emersa a seguito della decisione della giunta dell’Unione, presieduta da Francesco Severino, di conferire incarico all’avvocato Giovanni Caridi per «esaminare tutta la documentazione per valutare e adottare le opportune azioni giudiziarie consequenziali a tutela dell’ente».
L’intera vicenda è partita il 2 aprile scorso con la ricezione da parte del protocollo dell’ente della pec con cui il barone Gallelli ha comunicato all’Unione di aver presentato alla Procura della Repubblica di Catanzaro una denuncia per abuso di ufficio e stalking nei confronti del dipendente Vincenzo Larocca, in quanto, in qualità di responsabile del servizio tributi, avrebbe inviato «decine di cartelle pazze, con cifre che si aggirano ogni volta dalle 8mila alle 13mila euro, relative a presunte tasse sulla Tari e sull’acqua, senza inoltre corretto criterio di calcolo».
Con la stessa pec, Gallelli ha richiesto contestualmente al presidente dell’Unione di conoscere le determinazioni e i provvedimenti che l’ente intenderà adottare al riguardo. Immediatamente dopo la ricezione della pec del barone di Pietranera, Severino ha chiesto al responsabile del servizio tributi di produrre una dettagliata relazione in merito alla denuncia sporta da Gallelli. A riscontro della richiesta del presidente, Vincenzo Larocca ha presentato la relazione con la quale «vengono illustrate, in maniera circostanziata e diffusamente documentati – scrive la giunta dell’Unione - le situazioni giuridiche e i procedimenti afferenti ai contenuti della denuncia».
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