Ricoveri ospedalieri spesso garantiti solo per i pazienti acuti, visite specialistiche ambulatoriali rinviate “sine die” e migliaia di screening oncologici sospesi. I due anni di pandemia da Covid-19 hanno fortemente condizionato la già insufficiente capacità del sistema sanitario provinciale di poter offrire servizi sanitari che andassero oltre le emergenze. All’ospedale “San Giovanni di Dio” di Crotone si è registrati nei fatti una frenata delle prestazioni sanitarie ordinarie condizionare dalla pandemia che ancora continua a far sentire i suoi effetti. Da qui la scelta dell’Azienda sanitaria provinciale, guidata dal commissario Domenico Sperlì, di ricorrere agli oltre 1,3 milioni di euro stanziati dalla Regione per rendere esecutivo il Piano operativo attuativo mirato «al recupero delle liste d’attesa». Una serie di interventi che partiranno «dalle analisi delle prestazioni sospese e tenendo conto della proiezione della domanda di prestazioni attese per i prossimi mesi del 2022», sulla base delle indicazioni contenute nel decreto del commissario della sanità calabrese 13 del 25 febbraio scorso. Inoltre, per il recupero delle attività finora non effettuate, l’Azienda sanitaria provinciale ha deciso di procedere con «la riallocazione del personale non più impiegato» nel contrasto al coronavirus, oltre che garantendo i servizi anche nei giorni festivi e nelle fasce orarie pomeridiane e serali. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro