"Annuncio di lavoro" su un gruppo social di Catanzaro. 3,50 euro all'ora per 8 ore. E scoppia la polemica
Ha suscitato un vespaio di polemiche un "annuncio di lavoro" pubblicato in un gruppo social di Catanzaro e ripostato da una nota pagina social "Il Signor Distruggere". Nel testo dell'annuncio c'era scritto testualmente: "Cerco ragazza per lavoro occasionale in un negozio di detersivi sito in Cz centro. Si dovrà occupare di cassa e rimpiazzo scaffali. Orario di lavoro 8:15/13:00, 16:115/20:00. Paga 30 euro al giorno. Ripeto la cerco solo occasionalmente. Per chi fosse interessato, lasciare un commento sotto il post. Vi contatterò io". E' subito, dunque, partita la polemica burrascosa sui social anche perchè il dibattito è gia da giorni infuocato dopo le affermazioni del noto cuoco e presentatore televisivo che ha invitato i giovani ad essere, diciamo così, più "volenterosi". Sul tema dell'annuncio postato su un gruppo social di Catanzaro si è espressa anche la Filcams Cgil: "Ci troviamo di fronte all’ennesimo annuncio via social che di lavoro non si può proprio chiamare ma che è rivolto ad “una ragazza” che per occuparsi di cassa e scaffali in un negozio di detersivi al centro del capoluogo di regione avrebbe guadagnato addirittura 3,50 euro all’ora. Trenta euro al giorno per 8 ore e mezza di fatica nel posto più cool della Regione Calabria, visto che stiamo parlando del centro città di Catanzaro; immaginiamo – evidenzia il sindacato – che in periferia o nei piccoli paesi ci siano prezzi molti più concorrenziali e prossimi allo schiavismo". "Il Signor Distruggere – prosegue Filcams cgil – ha rilanciato con ironia l’annuncio, si è scatenata l’indignazione del popolo del web e questo è già di per sé un fatto positivo, ma conoscendo il livello al quale è arrivato il mondo del lavoro, scommettiamo che passata l’ondata e calato il sipario sulla vicenda qualcuna, per necessità e per costrizione, si presenterà al negozio chiedendo il piacere di essere sfruttata. Questo il quadro purtroppo diventato ordinario ed aggravato ancora di più da decenni di crisi e dalla pandemia, nel quale siamo costretti a vivere e con il quale facciamo i conti in continuazione senza tanti strumenti di contrasto e senza alleanze sociali di sostegno. Mancano i controlli dell’ispettorato del lavoro, degli istituti di previdenza, delle forze dell’ordine tutti depotenziati e ridotti al lumicino dalla politica liberista che ha governato questo Paese ed ha raccontato che le imprese non crescevano per via dei troppi controlli, che vivevano con ansie da prestazione e attacchi di panico dovuti allo Stato che anziché fidarsi di loro era diffidente. I danni prodotti in termini di sfruttamento sono sotto gli occhi di tutti. Queste le politiche che hanno determinato un nuovo esodo dei giovani dal Sud, dove di lavoro non si vive più o almeno non dignitosamente. Inoltre, la politica italiana non parla più di lavoro, della condizione di chi fatica onestamente, piuttosto alimenta il racconto di imprese e commercianti sempre più disperati ed in crisi e che non riescono a trovare lavoratori e lavoratrici perché nessuno è più disponibile a fare sacrifici. La nostra esperienza dice altro, ci troviamo di fronte ad imprenditori e commercianti che hanno notevolmente aumentato i propri profitti e che non hanno nessuna intenzione di ridistribuirli a chi lavora, nonostante la crisi dei salari e la fame crescente».