Termina con sei condanne il processo con rito abbreviato scaturito dall'inchiesta Capitastrum che aveva disarticolato la cosca dominante di Roccabernarda. Il gup ha condannato il presunto boss Antonio Santo Bagnato a 18 anni e 8 mesi di reclusione, suo figlio Giuseppe a 7 anni e 4 mesi, la moglie Stefania Aprigliano a 7 anni e 8 mesi, il geometra Domenico Colao a un anno e sei mesi; la suocera Domenica Le Rose a un anno e 4 mesi e il collaboratore di giustizia Domenico Iaquinta a 2 anni e 11 mesi. Gli imputati devono rispondere di associazione mafiosa, estorsione, invasione di terreni, falsità ideologica e materiale, trasferimento fraudolento di valori e danneggiamenti aggravati dal metodo mafioso. L’operazione condotta dai carabinieri della compagnia di Petilia Policastro (che è stata una prosecuzione del blitz "Trigarium" col quale la Procura antimafia nel 2018 ha svelato l’esistenza della cosca Bagnato a Roccabernarda), ha disarticolato il «sistema perverso» messo in piedi dalla famiglia Bagnato per accaparrarsi i terreni dislocati nel piccolo centro dell’entroterra crotonese, mediante minacce e danneggiamenti nei confronti dei proprietari.