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Csm, Gratteri non ce la fa. Il foggiano Melillo è il nuovo procuratore antimafia

Giovanni Melillo, 61 anni, di Foggia, capo di gabinetto di Andrea Orlando quando era ministro della Giustizia e attualmente capo della procura di Napoli, è il nuovo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Lo ha nominato a maggioranza con 13 voti il plenum del Csm. Non ce la fa il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, che era il suo diretto concorrente. Non c'è stato bisogno di ballottaggio, come si paventava alla vigilia, per arrivare alla nomina del nuovo procuratore antimafia e antiterrorismo. Melillo ha raggiunto dalla prima votazioni i 13 voti necessari. Sono 7 invece i voti andati al capo della procura di Catanzaro Nicola Gratteri e cinque quelli a favore di Giovanni Russo, aggiunto e sino ad oggi reggente della procura nazionale antimafia.

Anche i vertici della Cassazione, il primo presidente Pietro Curzio e il Pg Giovanni Salvi, hanno sostenuto la nomina di Giovanni Melillo a procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, nomina proposta da Area (5 consiglieri) , il gruppo delle toghe progressiste, in cui "milita" lo stesso capo della procura di Napoli. Per lui hanno votato anche i 3 consiglieri di Unicost e i laici Michele Carabona (Forza Italia) e Alberto Maria Benedetti e Filippo Donati (M5s).

A favore di Gratteri hanno votato i togati "indipendenti" Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo, e i tre componenti di Autonomia e Indipendenza, i laici Stefano Cavanna ed Emanuele Basile (Lega) e Fulvio Gigliotti (M5s), relatore della proposta a favore del capo della procura di Catanzaro. Per Russo hanno votato invece l’intero gruppo di Magistratura Indipendente e il laico di Forza Italia Alessio Lanzi.

Le reazioni

«L'esclusione di Gratteri sarebbe non solo la bocciatura del suo impegno antimafia, ma un segnale devastante a tutto l’apparato istituzionale e al movimento culturale antimafia». Lo ha detto il consigliere del Csm Sebastiano Ardita nel dibattito che ha preceduto il voto del plenum che ha portato alla nomina di Giovanni Melillo a nuovo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Prima di lui anche il togato indipendente Nino Di Matteo aveva avvertito dei rischi legati alla sconfitta del capo della procura di Catanzaro . Con una sorta di appello ai colleghi consiglieri: «Gratteri è negli ultimi anni particolarmente sovraesposto e particolarmente a rischio per la propria vita. La criminalità organizzata ne percepisce l’azione come ostacolo concreto e immanente. In questa situazione temo che una scelta diversa suonerebbe come una sorta di bocciatura dell’operato di Gratteri: non verrebbe compresa dall’opinione pubblica e agli occhi dei mafiosi risulterebbe come una pericolosa presa di distanza istituzionale di un magistrato così esposto. Dobbiamo avvertire la responsabilità di non cadere in questi errori che hanno pericolosamente marchiato il Csm e creato le condizioni di isolamento, terreno più fertile per omicidi e stragi».

«Definire una sconfitta per Nicola Gratteri l’esito della votazione che ha sancito il nuovo Procuratore nazionale antimafia è un qualcosa che non ha fondamento alcuno. Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, con il suo grande lavoro, non solo ha inferto numerosi colpi alla 'ndrangheta, ma, soprattutto, ha restituito ai cittadini un sentimento di fiducia che era smarrito». Lo afferma, in una nota, il senatore di Italia Viva Ernesto Magorno. «Saremo sempre al fianco del procuratore Gratteri - aggiunge Magorno - e di tutti coloro che, ogni giorno, sono in prima linea per affermare la cultura della legalità. L’unica cosa da sconfiggere è il malaffare e, in questo senso, formuliamo gli auguri di buon lavoro al nuovo Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, che, senza alcun dubbio, farà un grande lavoro volto a costruire un Paese migliore»

 

 

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