Rappresenta una delle grandi incognite dell’estate sul litorale vibonese. Da decenni viene monitorato perchè le sue acque, finendo in mare, costituiscono una delle maggiori cause di inquinamento. In più d’una circostanza, alcune imprese sono state pizzicate dalle forze dell’ordine ad inquinare in vario modo il torrente “maledetto”. E persino dalla città capoluogo, tuonano alcuni residenti delle Marinate, quindi a monte, il Sant’Anna viene “caricato” di liquami di ogni genere. Il risultato? Lo specchio di mare che rappresenta la porta d’ingresso alla Costa degli dei, da anni è impraticabile. Le acque un tempo cristalline di Bivona, Trainiti ed anche Vibo Marina, sono putride. E la balneazione ne risulta fortemente condizionata, con le conseguenze che già sono note. Nonostante tutto, la vicenda Sant’Anna, nei mesi invernali, viene avvolta dal silenzio, per poi riesplodere nel periodo estivo. All’ordine del giorno delle amministrazioni, c’è da anni la soluzione definitiva del problema. Una soluzione «tecnica radicale» che non può essere circoscritta «al collettamento nei due mesi di stagione estiva». A lanciare l’allarme, quando all’estate manca un mese, poco più, è stato ieri Francesco Fusca, componente del direttivo di Azione a Vibo. Per questa ragione, l’intento del partito che fa capo sul territorio a Stefano Luciano, ex capogruppo del Pd, uscito di recente dai dem, «è quello di chiedere un impegno da parte dell’Amministrazione per il Sant’Anna ed anche per la pulizia della spiaggia antistante il mare di Bivona che, dopo un anno di sversamento, deve essere sottoposta ad una immediata attività di sollevamento mediante un escavatore».
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria
Caricamento commenti
Commenta la notizia