Costa ionica catanzarese, così le cosche truffavano l’Inps. In 20 sono stati rinviati a giudizio NOMI
Tutte rinviate a giudizio le 20 persone coinvolte nell’inchiesta che avrebbe svelato un lucroso giro di false assunzioni di lavoratori per ottenere dall’Inps l’indennità per malattia o di disoccupazione in caso di licenziamento. Un vero e proprio sistema, che avrebbe operato sotto la regia della cosca Trapasso. Al centro dell’ipotesi accusatoria c’è anche l’imprenditore Antonio Gallo finito agli arresti nell’ambito dell’inchiesta Basso Profilo. Tutti devono rispondere di truffa con l’aggravante di aver agevolato il clan. Il rinvio a giudizio è stato disposto per Tommaso Trapasso, 43 anni, residente a Cutro; Pier Paolo Caloiro, 42 anni, residente a Cutro; Leonardo Ribecco, 52 anni, residente a Trofarello; Maurizio Paviera, 60 anni, residente a Catanzaro; Mattia Paviera, 31 anni, di Milano; Angelina Caloiro, 50 anni, residente a Torre del Greco; Antonio Gallo, 41 anni, residente a Sellia Marina; Stefania Ferro, 42 anni, di Borgia; Carmine Zoffreo, 46 anni, residente a Cutro; Vincenzo Tropea, 49 anni, residente a Cropani; Roberto De Fazio, 41 anni, residente a Scandale; Serafina Falcone, 44 anni, di Cutro; Carmine Tropea, 35 anni, Cropani; Gregorio Aiello, 46 anni, di Cutro; Salvatore Aiello, 51 anni, residente a Cutro; Luigi Greco, 68 anni, residente a Cropani; Domenico Suppa, 60 anni, di Catanzaro; Ernesto Brandi, 56 anni, di Catanzaro; Francesco Tropea, 27 anni, di Catanzaro e Thomas Bassano, 27 anni, residente a Cropani. Il processo nei loro confronti avrà inizio l’11 gennaio 2023. Hanno chiesto e ottenuto di essere giudicati con il rito abbreviato, che avrà inizio l’1 luglio, i due collaboratori di giustizia Tommaso Rosa e Domenico Iaquinta. Nel marzo del 2021 un’operazione congiunta di Guardia di Finanza e Squadra Mobile portò al sequestro di beni per 750mila euro. Ben 168 le persone iscritte nel registro degli indagati del fascicolo che rappresenta un seguito dell’inchiesta Borderland. Il sistema fraudolento si incentrava nel falso reclutamento di personale nelle società della famiglia Trapasso, controllate e gestite in particolare da Pierpaolo Caloiro, considerato uomo di fiducia del clan, con il compito di gestire insieme all’imprenditore Antonio Gallo i villaggi turistici sulla costa jonica catanzarese. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro