Di scena in aula ieri l’agonia della maggioranza che sostiene il sindaco Vincenzo Voce. La Giunta è andata sotto su un argomento importante. Il Consiglio Comunale ha infatti respinto col voto di pezzi della maggioranza, il Piano economico finanziario relativo alle tariffe Tari del triennio 2022-2025, riaprendo di fatto quella spaccatura che si era già creata nella giornata di martedì, quando una buona fetta della maggioranza non si era presentata in aula, in prima convocazione, per votare sia l’aumento della Tari che il bilancio consuntivo. Il Consiglio di ieri si era aperto anche in un clima sereno e collaborativo, con i consiglieri di opposizione e maggioranza che si erano confrontate su una serie di mozioni e interrogazioni su tematiche relative alla riapertura del Castello, alle misure per contenere lo spopolamento del territorio e sul gemellaggio con la città di Samo. Il dialogo si è fatto nuovamente teso quando l’assessore al bilancio Antonio Scandale ha presentato il Pef, assieme al dottor Rossini esperto esterno che aveva supportato l’ente nella stesura del piano, con il quale si annunciava uno spostamento dei criteri di calcolo della Tari che di fatto comporta un aumento notevole per i cittadini. La discussione si è accesa, soprattutto dopo che la consigliera di maggioranza Dalila Venneri ha spiegato che nella riunione di commissione il Pef non era stato illustrato nel dettaglio come fatto in Consiglio e per questo aveva chiesto che il punto fosse rinviato e che la commissione fosse nuovamente riunita per studiare meglio il piano e avere chiarimenti. La proposta della Venneri è stata però respinta dal Consiglio che ha votato per la deliberazione immediata ieri stesso. Nella votazione sul piano la maggioranza è andata nettamente sotto, collezionando 15 voti contrari, 13 favorevoli e un astenuto. Ad astenersi è stata proprio la Venneri. A muovere le critiche più pesanti al Pef sono stati, tra gli altri, i consiglieri di opposizione Andrea Devona ed Enrico Pedace, i quali hanno evidenziato l’inefficienza del servizio di raccolta dei rifiuti in città, l’inadeguatezza della gestione da parte di Akrea, la città sporca e l’alto numero di ingombranti ai bordi delle strade. Condizioni che non permettono all’Amministrazione di chiedere più tasse ai cittadini. Nettamente contrari anche Fabio Manica, Salvatore Riga e Fabrizio Meo, che si sono detti non disponibili a gravare sulle tasche dei cittadini senza quanto meno provare a cercare soluzioni alternative. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro