Pesante stangata per i sette imputati coinvolti nel procedimento di rito abbreviato scaturito dall’inchiesta “Autogol” diretta dalla Procura di Crotone, su un presunto giro di spaccio di stupefacenti nel quartiere rom di via Acquabona. Ieri, infatti, la giudice per le udienze preliminari Romina Rizzo ha inflitto pene per oltre 60 anni di carcere a carico degli imputati che, a vario titolo, dovevano rispondere di 187 capi d’accusa relativi a episodi di spaccio di droga.
La condanna più elevata è toccata a Massimino Berlingeri: per lui 11 anni e 2 mesi di detenzione; la più bassa è stata comminata a Francesca Manetta: 5 anni e 8 mesi. Invece l’unica assoluzione è scattata per Leonardo Pio Berlingeri, per il quale la gup ha accertato il «vizio di mente» al momento dei fatti che gli venivano contestati, così come indicato dalla perizia medica. Le indagini che sono state coordinate dal sostituto procuratore Andrea Corvino iniziarono a febbraio 2020 quando i carabinieri sequestrarono il sistema di videosorveglianza installato da Massimino Berlingeri all’esterno della sua abitazione, per monitorare i locali dell’ex liceo “Gravina”, immobile in disuso adibito da tempo a deposito di sostanze stupefacenti, armi e munizioni. Dall’analisi di quelle registrazioni, i militari dell’Arma riuscirono a documentare numerosi episodi di cessioni di cocaina e hashish sia nella piccola veranda del 46enne, sia dentro l’ex istituto scolastico. Si spiega così il nome “Autogol” dato al blitz venuto alla luce il 13 maggio 2021. Ma i filmati permisero agli investigatori di delineare anche il ruolo ricoperto da ciascun imputato nella gestione della piazza di spaccio, che vedeva i pusher impegnati a turno per tutta la giornata.
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