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Festa dell'Arma a Crotone, Mambor: numerosi risultati nel perseguire le violenze domestiche

Il comandante provinciale Gabriele Mambor con la prefetta Maria Carolina Ippolito

“Ritengo che il segnale più tangibile della generosa opera di dedizione degli uomini e delle donne della Benemerita passi attraverso l’azione quotidiana”. Su tutti, figurano “i numerosi risultati ottenuti nel perseguire i delitti rientranti nel cosiddetto codice rosso, ovvero quelli di violenza domestica, violenza sessuale e gli atti persecutori”. Il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, il colonnello Gabriele Mambor, ha scelto la celebrazione dei 208 anni dalla nascita dell'Arma che s’è svolta questa mattina nella sede del Comando provinciale di viale Stazione dopo due anni di stop per Covid, per soffermarsi su quella che sta risultando essere una piaga sociale anche per il Crotonese: le violenze e gli abusi che si consumano dentro le mura di casa. E a riguardo, Mambor, parlando davanti alle autorità civili e militari guidate dalla prefetta Maria Carolina Ippolito, ha citato “la rapidissima risoluzione degli unici due episodi omicidiari verificatisi” che si sono verificati nei primi mesi dell’anno: l’uccisione della 60enne Vincenzina Ribecco a San Leonardo di Cutro per mano dell’ex marito Alfonso Diletto (8 marzo) e l’agguato a Verzino costato la vita a Luigi Greco, di 44 anni, freddato dal suocero Vito Avenoso (26 marzo).

“Da un capo all’altro della provincia – ha evidenziato il colonnello - con identica professionalità e con non comune tempismo, a pochissime ore dal verificarsi dei delitti (se non pochissimi minuti), i militari dell’Arma hanno svolto indagini d’iniziativa, assicurando subito alla giustizia gli autori, i quali hanno poi reso piena ammissione delle loro responsabilità”. E poi: “Sono questi risultati importantissimi – ha spiegato il comandante provinciale - in particolare perché conseguiti dai militari delle nostre Stazioni dei carabinieri, le unità ordinative elementari e di base della complessa ed articolata architettura istituzionale dell’Arma”, con le “Stazioni che, una volta di più, proprio in questa provincia costituiscono gli unici presidi di polizia dello Stato sul territorio”. A questi, va inoltre aggiunto il “contributo” che riescono a garantire i carabinieri Forestali, “attraverso le cinque stazioni del Gruppo forestale di Crotone e le due Stazioni Parco del Comando Parchi”, la cui presenza è necessaria per “prevenire e contrastare qualsiasi forma di reato ambientale”.

Il colonello Mambor ha ricordato anche i reparti specializzati dell’Arma, come il Nucleo ispettorato del lavoro, “sempre in prima linea per garantire il rispetto delle leggi in materia di lavoro”. Così come il reparto Tutela del patrimonio culturale di Cosenza, che sotto la guida della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le provincie di Catanzaro, Cosenza e Crotone, e col supporto dei subacquei di Messina, “hanno eseguito prospezioni e lavori di messa in sicurezza dell’inestimabile patrimonio archeologico e culturale di Capo Colonna, sempre più esposto e messo in pericolo dall’incessante azione del mare”. Non a caso, tra le inchieste portate avanti, e oggi sfociata in un processo, c’è l’operazione “Achei” diretta dalla Procura di Crotone, che nel 2019 svelò il “saccheggio dell’immenso patrimonio archeologico del territorio”.

Infine, un pensiero agli studenti e agli insegnati che hanno partecipato alla manifestazione. È importante la vicinanza tra le istituzioni e i cittadini del domani – ha ribadito il comandante provinciale - perché questi ultimi, sin da giovani, prendano coscienza che le prime, oggi rappresentate dai carabinieri, sono costituite anch’esse da cittadini, nel caso di specie, in uniforme, che hanno fatto della salvaguardia delle leggi e della garanzia del vivere civile la loro unica missione professionale”.

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